Saltano i capilista bloccati nella legge elettorale: un accordo tra Pd, M5s, Fi e Lega ha portato a una modifica del testo in discussione in Commissione Affari costituzionali...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Approvato l'emendamento del Pd Alan Ferrari che diminuisce il numero dei collegi uninominali con riparto proporzionale da 303 a 225, così da evitare la possibilità che il incitore di un collegio possa non essere eletto. L'emendamento aumenta anche il numero delle circoscrizioni da 27 a 28, aggiungendone una quarta in Lombardia. È il primo degli emendamenti frutto dell'accordo Pd-M5s-Fi-Lega.
A favore dell'emendamento hanno votato Pd, Fi, M5s e Lega mentre contro si sono espressi Mdp, Ap, Des-Cd, Ci, Direzione Italia e alternativa Libera. Questi ultimi si sono in particolare scagliati sul fatto che l'emendamento definisce i collegi uninominali. L'emendamento Ferrari, infatti, da una delega al governo di ben 12 mesi per disegnare i collegi (la delega in genere è di 30-45 giorni), ma come norma di chiusura prescrive che se si va a votare prima della definizione dei nuovi collegi, si adottano quelli usati per il Senato con il Mattarellum tra il 1994 e il 2001. I piccoli partiti sottolineano che questi collegi furono disegnati nel 1993, sulla base del censimento del 1991, con dati demografici diversi dagli attuali. L'emendamento Ferrari non tocca invece i collegi uninominali maggioritari di Valle d'Aosta (1) e Trentino Alto Adige (8 più tre seggi di recupero proporzionale).
Fra i punti su cui è stata trovata l'intesa tra Pd, FI, M5S e Lega, oltre a quello per cui in ogni circoscrizione vengono eletti prima i vincenti nei collegi e poi i candidati del listino, c'è l'introduzione della quota di genere anche tra i capilista del proporzionale: almeno il 40% dovranno essere donne. Tale percentuale era già prevista nel testo del relatore Emanuele Fiano per i collegi, così come l'alternanza di genere nei listini.
In secondo luogo «si sta lavorando» a una diminuzione del numero delle firme necessarie per presentare liste e candidati, semplificandone le procedure, come chiedono i piccoli partiti. Sempre su richiesta dei partiti medio e piccoli, verrà introdotto il meccanismo in base al quale se un partito ha superato il 5% ma non ha vinto nessun collegio in una circoscrizione, in essa viene eletto il miglior perdente e poi i candidati del listino bloccato.
Eliminate le pluricandidature: la Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento alla legge elettorale che abroga le pluricandidature: un candidato si potrà presentare solo in un collegio e in una lista proporzionale.
«Questo accordo è frutto di un lavoro serie di quattro forze politiche che non si amano. Mi sembra ingeneroso non riportare il fatto essenziale e cioè che le regole della democrazia siano scritte insieme dai quattro maggiori partiti», ha detto ancora Rosato a Montecitorio, commentando le modifiche alla legge elettorale concordate da Pd, Fi, M5s e Lega. «Ci si appiglia a elementi di dettaglio - ha aggiunto Rosato - anziché sottolineare il risultato, e cioè che i partiti concordino le regole, e questo contribuisce a rendere più sereno il clima che nel Paese è troppo rissoso».
«Ce l'abbiamo fatta: via pluricandidature e capilista bloccati. Ora il sistema è tedesco. Ma cercheremo di migliorarlo ancora!». È quanto scrive sul suo profilo twitter il deputato del MoVimento 5 Stelle, Danilo Toninelli.
«Il sistema elettorale con cui si andrà a votare è ancora in itinere, perché in questo momento Danilo Toninelli e gli altri della commissione costituzionale lo stanno modificando nella commissione alla Camera, anche oggi si lavora e si lavorerà domani. L'obiettivo è fare una legge elettorale il prima possibile ma che sia costituzionale e che faccia in modo che chi vincerà le prossime elezioni possa partecipare al governo del Paese senza inciuci e senza le solite accozzaglie». Così Luigi Di Maio, questa mattina a Piacenza per sostenere Andrea Pugni, candidato sindaco per il M5S. Rispondendo poi a una domanda sul'emendamento del M5S bocciato, ha aggiunto: «Ripeto, è tutto in itinere, nelle prossime ore vedremo anche quale sarà l'evoluzione sugli emendamenti accantonati, l'obiettivo non è approvare il nostro emendamento, ma che quello che c'è scritto nei nostri emendamenti venga fatto proprio dalla maggioranza e quindi entri nella legge elettorale».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero