Legge elettorale, la candidatura Di Maio spinge Pd e FI alla ricerca di un'intesa

Legge elettorale, la candidatura Di Maio spinge Pd e FI alla ricerca di un'intesa
ROMA Un candidato premier c’è ed è Luigi Di Maio per il M5S. Peccato che non si abbia la stessa certezza sulla legge elettorale. Per ora ne abbiamo due, o...

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ROMA Un candidato premier c’è ed è Luigi Di Maio per il M5S. Peccato che non si abbia la stessa certezza sulla legge elettorale. Per ora ne abbiamo due, o quasi, visto che il sistema è frutto di due differenti sentenze della Consulta. Non siamo ancora al rimpianto per il Porcellum, ma poco ci manca dato che al voto si andrà non fra tre anni ma tra circa sei mesi. La prima commissione della Camera continua nelle sue riunioni apparentemente costruttive, ma l’intesa politica non c’è e si continua nel gioco di specchi rimpallando ora il Rosatellum, ora il sistema tedesco, ora un maggioritario più o meno generico. 


Un temporeggiare che, come sostiene il centrista Pino Pisicchio, ‘avvantaggia solo il M5S’ che i suoi consensi li pesca molto nella sfascio del Paese e delle istituzioni. Forza Italia, tramontata l’intesa a giugno sul sistema tedesco, comincia a non disdegnare l’attuale sistema che permette a Silvio Berlusconi non solo di avere certezze su chi sarà eletto grazie ai capilista bloccati, ma anche di potersi candidare - seppur legalmente incandidabile - nella virtuale corsa a palazzo Chigi.

Nel Pd si brancola nel buio mentre cominciano a venire meno alcune certezze. La prima è quella di riuscire a trovare comunque un accordo con il Campo Progressista di Giuliano Pisapia. La seconda verte sulla speranza che FI è Lega non riescano a trovare un’intesa. Pisapia sembra condizionare l’accordo con il Pd proprio alla legge elettorale e ad un sistema di coalizioni che permette a tutti di correre sotto le proprie bandiere, salvo ritrovarsi sotto il cartello del centrosinistra. Berlusconi e Salvini, malgrado la reciproca scarsa simpatia, hanno capito di avere possibilità seria di vittoria solo se uniscono le forze, anche in un listone se necessario, e veleggiano con cautela e qualche sospetto, verso questa prospettiva.

Nei prossimo giorni, magari a ridosso del voto siciliano, toccherà a Matteo Renzi fare la prima mossa prendendo atto che il M5S non intende essere della partita. 

La strada per un eventuale accordo tra Pd e FI per una nuova legge elettorale non sarà comunque in discesa e dovrà fare i conti anche con le richieste che, specie al Senato, i singoli avanzeranno ai rispettivi leader.


Qualcosa comunque si muove ma é ancora troppo presto, o troppo tardi, per poter fare previsioni.

Marco Conti Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero