Matteo Renzi non solleva il piede dall’acceleratore, tantomeno sulla legge elettorale che resta il primo tra i suoi obiettivi. E se ieri lui ha taciuto, ha parlato sotto il...
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Per Giachetti, infatti, dopo il passaggio della legge dal Senato alla Camera non ci sono più impedimenti per il varo di un nuovo sistema elettorale. Anzi, nel nuovo contesto, «se qualcuno pensa di bloccare ancora la riforma con il ricatto della crisi di governo, non attacca. Questa minaccia - osserva Giachetti - è un’arma spuntata perché i numeri per farla ci sono sia alla Camera che al Senato». Condivisa da Renzi anche la road map che il vicepresiente della Camera traccia per il dopo porcellum: «A metà gennaio il testo di legge in Commissione e l’arrivo in Aula per fine mese». E a maggio, secondo il timing auspicato, il varo definitivo della nuova legge elettorale. Infine, un messaggio perentorio: «Niente giochetti alla Quagliariello», che Giachetti vede nell’idea di vincolare il nuovo sistema di voto al varo delle riforme istituzionali e a cui replica con un controprogramma: «La legge elettorale si fa subito. Poi, adattarla a eventuali riforme istituzionali, sarà un gioco da ragazzi». Il conclusivo abbraccio tra Renzi e Giachetti testimonierà la sintonia tra i due su un tema chiave per la stessa tenuta di maggioranza e governo.
ALFANO: O DI QUA O DI LA’
Il pressing per una nuova legge elettorale, che Renzi e i suoi prefigurano ad impianto maggioritario e bipolare, fa crescere però le tensioni soprattutto con i centristi della maggioranza.
Il Messaggero