«Ho sbagliato, potevo uccidermi io e avrei evitato questo casino». Chiuso in una struttura protetta, il fidanzato di Noemi Durini, la sedicenne di Castrignano del Capo...
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«L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia», avrebbe detto agli inquirenti, alla presenza del proprio legale. Il ragazzo è stato ascoltato in un lungo interrogatorio terminato nella notte.
Emergerebbe, quindi, secondo le parole del ragazzo, un 'piano diabolico omicida' dietro l'assassinio di Noemi Durini.
Subito dopo l'uccisione dei componenti della famiglia di lui, i due - secondo il racconto dell'omicida reo confesso - avrebbero progettato di fuggire a Milano e a prova di quanto da lui detto, il giovane ha affermato agli investigatori che avrebbero potuto trovare sotto il suo letto una lista di numeri di telefono di Milano, numeri di telefono di luoghi dove era possibile poter dormire.
L'avrebbe uccisa - ha raccontato il 17enne - con lo stesso coltello che Noemi aveva portato con sé. «Ho reagito - questo il racconto di Lucio - di fronte all'ostinazione di Noemi a voler portare a termine il progetto dello sterminio della mia famiglia».
Una versione differente da quella emersa nella mattinata di ieri: il ragazzo - prima di crollare confessando l'omicdio della fidanzatina - aveva detto che Noemi aveva espresso più volte l'intenzione di lasciarlo. Potrebbe essere questo, dunque, almeno stando a una prima ricostruzione, la molla che gli avrebbe fatto perdere la testa. In un primo momento, inoltre, pare che il giovane avesse detto di averla uccisa a pietrate.
Per accertare le cause della morte della 16enne bisogna aspettare l'esito dell'autopsia che la Procura per i minorenni disporrà nei prossimi giorni. Una valutazione preliminare non è stata possibile per il cattivo stato in cui è stato trovato il cadavere.
Al termine dell'interrogatorio che si è svolto nella stazione dei carabinieri di Specchia e che si è concluso intorno all'una di questa notte, il ragazzo ha rischiato di essere linciato dalla folla (VIDEO) - circa un migliaio di persone - che lo attendeva all'uscita. Il giovane, con il cappuccio della felpa tirato sopra i capelli, ha provocato le tante persone assiepate in strada salutandole e urlandogli contro.
Durante la perquisizione compiuta ieri sera dai carabinieri del Ris nell'abitazione della famiglia del ragazzo «non è stato trovato nulla di evidente»: né il coltello che il fidanzato dice di aver utilizzato per uccidere la giovane, né tracce biologiche legate alla morte della minorenne. Lo si apprende in ambienti inquirenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero