Lecce, ergastolano in fuga, continua la caccia all'uomo: è armato e pericoloso

Lecce, ergastolano in fuga, continua la caccia all'uomo: è armato e pericoloso
La caccia all'uomo continua: non c'è traccia finora di Fabio Perrone, l'ergastolano 42enne salentino evaso ieri mattina dopo aver ferito in maniera lieve tre persone...

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La caccia all'uomo continua: non c'è traccia finora di Fabio Perrone, l'ergastolano 42enne salentino evaso ieri mattina dopo aver ferito in maniera lieve tre persone utilizzando una pistola sottratta ad uno dei due agenti di polizia penitenziaria che lo avevano condotto al terzo piano dell'ospedale 'Vito Fazzì di Lecce per essere sottoposto ad un esame medico, una colonscopia.






Lo stanno cercando in centinaia, tra poliziotti, carabinieri e anche agenti di polizia penitenziaria. Vengono setacciati litorali, campagne, casolari, soprattutto a nord di Lecce. Non è stata trovata neanche la vettura, una Yaris, sottratta durante la rocambolesca fuga ad una donna alla quale ha puntato la pistola alla tempia, nel parcheggio dell'ospedale.



L'uomo avrebbe agito senza premeditazione: infatti sebbene la visita specialistica fosse da tempo fissata, nella casa circondariale di 'Borgo San Nicolà, dove era detenuto Perrone, era stato comunicato solo la sera prima che la mattina seguente sarebbe stato condotto in ospedale.



L'uomo, quindi, avrebbe agito al momento, approfittando di alcune circostanze; così come è certo che qualcuno lo sta ora aiutando nella fuga. Si è saputo, tra l'altro, che il trasferimento dal carcere all'ospedale è avvenuto insieme con un altro detenuto destinato ad accertamenti al reparto oncologico, a bordo di un unico furgone 'cellularè, con quattro agenti, due per ogni detenuto.



Un 'accorpamentò dettato dalla carenza di personale, come da tempo denunciato dai sindacati degli agenti di polizia penitenziaria. Una situazione di difficoltà estrema ribadita oggi anche dal segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti che, tra l'altro, ha indetto per il 19 novembre una giornata di 'luttò e protesta invitando tutti gli agenti penitenziari della Puglia ad indossare un piccolo bottone nero sulla divisa.



Poichè - sottolinea - «quella stessa amministrazione, dopo aver creato i presupposti perchè accadano tali fatti, pretende oggi anche di verificare e giudicare». Solidarietà e vicinanza agli agenti di polizia penitenziaria anche da parte della Fp Cgil di Lecce: «continuare a penalizzare e a tagliare sul settore della sicurezza - sottolinea - non risponde a nessuna logica di risparmio se si traduce in situazioni di rischio per la cittadinanza e per gli stessi agenti della polizia penitenziaria».



Dove si trova l'ergastolano? L'uomo vicino alla Sacra Corona Unita? L'assassino che nel marzo del 2014 ha freddato un uomo nel bagno di un bar? «Al momento - dice il procuratore di Lecce, Cataldo Motta - non possiamo escludere alcuna ipotesi, neppure quella che possa essersi rifugiato oltre Adriatico».



«Quello che sappiamo - aggiunge - è che in realtà sapeva bene a che ora sarebbe stato condotto in ospedale, perchè il giorno prima aveva dovuto sottoporsi alla fase di preparazione propedeutica alla colonscopia, ma da qui a dire che avesse progettato la fuga ce ne passa. Diciamo che ha avuto del tempo per pensarci, sfruttando poi al momento le condizioni favorevoli venutesi a creare».



Per il procuratore leccese, almeno nella fase iniziale della fuga, Perrone non dovrebbe aver avuto alcun appoggio esterno nella fuga, trovando però subito il modo di comunicare e trovare appoggio su una «catena di fiducia».
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Il Messaggero