Lecce, «Dammi le patatine», lui si rifiuta e il compagno lo spinge contro il banco: studente perde la milza

Lecce, «Dammi le patatine», lui si rifiuta e il compagno lo spinge contro il banco: studente perde la milza
Finisce in Procura il nuovo caso di bullismo avvenuto in una scuola leccese. Il legale della famiglia di un 15enne, l'avvocato Silvio Verri, ha infatti depositato un...

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Finisce in Procura il nuovo caso di bullismo avvenuto in una scuola leccese. Il legale della famiglia di un 15enne, l'avvocato Silvio Verri, ha infatti depositato un esposto-querela nel quale viene descritto quanto accaduto nell'istituto tecnico economico "Olivetti" di Lecce ai danni di un ragazzo della provincia. Il ragazzino sarebbe stato spinto contro un banco da un suo compagno di classe, riportando una emorragia interna che in seguito ha comportato l'asportazione della milza.


Stando a quanto raccontato dal ragazzo prima ai suoi genitori e poi all'avvocato, l'aggressione sarebbe avvenuta per futili motivi: il "bullo" avrebbe spinto il compagno dopo che quest'ultimo si era rifiutato di dargli un pacchetto di patatine. Il tutto, a quanto pare, in assenza degli insegnanti.
I danni fisici sarebbero stati individuati solo alcuni giorni dopo l'aggressione, quando il quindicenne ha detto di sentire ancora dei dolori. E' stato quindi portato in ospedale, dove è stato operato d'urgenza e gli è stata asportata la milza. E' tuttora ricoverato in ospedale. 

L'esposto è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria, che a breve potrebbe aprire un fascicolo d'indagine, come già avvenuto per i fatti dell'Itis "Enrico Fermi" di Lecce. Nei giorni scorsi la dirigente scolastica dell'istituto aveva ridimensionato il caso sostenendo che non vi sarebbe stata alcuna violenza in aula.

Il caso emerge in tutta la sua crudezza proprio nel giorno in cui si terrà il primo incontro a scuola sull'altro episodio di bullismo che nella settimana appena passata ha scosso il Salento in cui un 17enne veniva messo all'angolo da un compagno mentre i compagni riprendevano la scena con lo smartphone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero