Arriva in Italia l'obbligo di inserire in etichetta l'origine dei prodotti lattiero-caseari. Dopo il via libera di Bruxelles a metà ottobre, infatti, il decreto che...
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La firma segue il parere positivo delle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato e l'intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni. Questo sistema, in vigore dal primo gennaio 2017, consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.
Il provvedimento si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l'origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. Le diciture utilizzate saranno le seguenti: a) «Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte»; b) «Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte».
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una sola dicitura: ad esempio «Origine del latte: Italia». Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: latte di Paesi UE, se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; latte condizionato o trasformato in Paesi UE, se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei. Se le operazioni avvengono al di fuori dell' Unione europea, verrà usata la dicitura «Paesi non UE».
Sono esclusi dall'obbligo di origine in etichetta solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato. «Con l'etichettatura di origine - afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - si dice finalmente basta all'inganno del falso made in Italy, con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, così come la metà delle mozzarelle fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero». L' etichetta però resta ancora anonima per circa 1/3 della spesa - afferma Coldiretti - dai salumi ai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio.
Al momento, oltre a latte e formaggi, l'obbligo dell'origine in etichetta è previsto per carne di pollo e derivati, carne bovina, frutta e verdura fresche, uova, miele, passata di pomodoro, pesce, olio extravergine di oliva.
Il Messaggero