Dopo la serie di colpi bassi a cui ha dovuto far fronte nelle ultime settimane, la United Airlines prova a correre ai ripari. O quantomeno a metterci una toppa, cercando di...
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La decisione arriva dopo quella della Delta, compagnia americana concorrente, che si è detta pronta a pagare fino a 9.950 dollari in caso di overbooking. Un premio rivisto enormemente al rialzo dopo gli ultimi scandali, visto che, come riportano i media americani, fino a ieri la United prevedeva un rimborso di 500 dollari, arrivando a un massimo di 1.350 in casi eccezionali. Ma non è l'unica novità del nuovo decalogo: la compagnia, infatti, si è impegnata a non usare più la forza o a ricorrere alla polizia in caso di passeggeri da portare a terra, a diminuire i posti in overbooking, a offrire anticipatamente ai clienti soluzioni alternative e rimborsi. Inoltre, dovrà trovar posto ai propri dipendenti da portare in un altro scalo almeno 60 minuti prima del decollo, a differenza di quanto è successo lo scorso 9 aprile, quando il medico 69enne David Dao è stato trascinato a terra con la forza, riportando, tra l'altro la rottura del naso e di alcuni denti.
«Avevamo necessità di far volare quattro tra hostess e piloti a Louisville, in Kentucky» si è giustificata la società dopo la bufera che si è scatenata quando le immagini di Dao hanno fatto il giro del mondo. Il medico e la moglie, infatti, erano già seduti al loro posto ed erano pronti per il decollo quando, a causa di un overbooking, sono stati selezionati da un sistema automatico per essere sbarcati. Un altro passeggero si era fatto avanti per scendere dal velivolo, ma sull'aereo erano necessari due posti: per l'appunto quello di Dao e della moglie. Quando l'uomo si è rifiutato è stato trascinato a terra di peso, riportando ferite al volto. Le immagini del medico con il volto insanguinato hanno invaso il cyberspazio, costando all'azienda un pesante danno di immagine. E pensare che era solo l'inizio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero