Egitto, la Sfinge vista da vicino: nuovi percorsi aperti al pubblico

Egitto, la Sfinge vista da vicino: nuovi percorsi aperti al pubblico
Circondata dal mistero e da storiche leggende, inaccessibile ai turisti se non da un belvedere, la Sfinge della piana di Giza diventerà presto più «reale». Dopo il restauro di...

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Circondata dal mistero e da storiche leggende, inaccessibile ai turisti se non da un belvedere, la Sfinge della piana di Giza diventerà presto più «reale». Dopo il restauro di alcune parti sui fianchi della statua millenaria, metà donna, metà felino, l'area sottostante verrà aperta al pubblico. Che potrà camminare tra le sue «zampe», toccarla, guardarla negli occhi dal basso verso l'alto con un misto di fascinazione e timore reverenziale. È la più grande statua monolitica tra le sfingi egizie: lunga 73,5 metri, alta 20,22 metri e larga 19,3 metri di cui solo la testa è 4 metri.




PERCORSI NASCOSTI

Uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Attualmente è nota l'origine di uno di essi soltanto: un breve varco senza uscita dietro la testa, effettuato nel XIX secolo da John Shae Perring e Howard Vyse durante la ricerca di una camera segreta all’interno del corpo. L'ipotesi che all’interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici anche se gli ultimi scavi del 2007 hanno rilevato la presenza di una fitta rete di cunicoli. La stanza dei registri è una mitica biblioteca sepolta sotto la sfinge di Giza, che secondo alcuni conterrebbe tutta la conoscenza degli antichi Egizi su rotoli di papiro, oltre alla storia del perduto continente di Atlantide.



LA DIFESA DEL PATRIMONIO

«Abbiamo molte sfide davanti a noi. Il governo, con i ministri del Turismo e dell'Antichità, ha un piano concreto per difendere il patrimonio dell'Egitto. E questo è successo oggi a Giza», ha detto il premier egiziano Ibrahim Mahlab che ieri, tra strette misure di sicurezza, ha visitato l'area svuotata di turisti e affollata per l'occasione di giornalisti locali e internazionali. Dopo il sopralluogo del capo del governo e dei ministri interessati, Hishaam Zazou e Mamdouh Eldamaty, mancano ancora il via libera definitivo e una data per l'apertura. «Noi siamo pronti», ha spiegato il supervisore dell'area della Sfinge, Mohamed el Saidey, che ha seguito tutti i passi del restauro. Quanto sono durati i lavori?, chiedono i giornalisti. E la risposta è quasi enigmatica, come per adattarsi al mito greco dell'indovinello della Sfinge: «Il restauro dura dai tempi dei primi scavi, è un lavoro continuo».



NUOVI INTERVENTI A LUXOR

Ma nel particolare, Saidey ha spiegato che i lavori recenti - in realtà durati 4 anni - hanno riguardato soprattutto il fianco sinistro della statua, dove l'erosione dovuta al tempo, alle folate di sabbia e al materiale calcareo del monumento, aveva creato dei buchi nei blocchi. Altri interventi hanno riguardato il collo e il torace. Restaurato anche il tempio di Amenofi, di fronte alla Sfinge, mentre ieri è stata riaperta la Piramide di Micerino e chiusa per lavori quella di Chefren, in un sistema di rotazione per non lasciare mai i visitatori a bocca asciutta. L'Egitto, che vive una grave crisi economica, punta sui propri gioielli archeologici per ridare respiro a un turismo che dopo la rivolta contro Honsi Mubarak e i disordini di piazza stenta a ridecollare. E dopo la riapertura della Chiesa Sospesa nel quartiere copto del Cairo e di altri musei del Paese, il premier ha annunciato prossimi interventi anche nella Valle dei re a Luxor.



LA STRANGOLATRICE

Nella sua lunghissima storia, la Sfinge è stata chiamata in diversi modi: per gli Arabi era Abul Hol, padre del terrore. Il nome Sfinge che le attribuiamo, deriva dal greco Sphynx che significa strangolatrice derivante a sua volta dall'egizio traslitterato in šsp ˁnḫ (shespankh) con il significato di "statua vivente" ed era il nome attribuito alle statue di leoni con testa di uomo. La Stele del Sogno la identifica con un altro nome, quello con cui era conosciuta nell'antichità: Hor em akhet, reso Armachis in greco. Nonostante il significato esplicito di questo nome, gli studiosi non riscontrano una relazione tra Sfinge e Horus; qualcuno, invece, identificando Horus con il Sole, ritiene che il rapporto esista dal momento che la Sfinge assiste alla sua nascita ogni giorno.



LE ORIGINI


Il monumento probabilmente fu ricavato da un affioramento di roccia durante la costruzione delle piramidi di Giza. Stranamente la Grande Sfinge è un monumento isolato, quando, invece, le sfingi successive erano poste in coppia per proteggere l’ingresso di un edificio. In teoria poteva essere scolpita un'altra grande sfinge; infatti, poco distante, a sud, nell’altopiano si erge un’altra collinetta di roccia, ma in pratica non è stato così, forse a causa della troppa distanza. Pare sia stata creata attorno al 2500 a.C., al tempo del faraone Chefren (2520-2494 a.C).

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Il Messaggero