Incidente tangenziale Napoli, la mamma di Livia: mi fidavo di lui

Incidente tangenziale Napoli, la mamma di Livia: mi fidavo di lui
Domenica è il giorno del dolore. A casa di Livia Barbato, la ventiduenne rimasta uccisa nello schianto in Tangenziale provocato dal fidanzato, si avvicendano amici e parenti. ...

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Domenica è il giorno del dolore. A casa di Livia Barbato, la ventiduenne rimasta uccisa nello schianto in Tangenziale provocato dal fidanzato, si avvicendano amici e parenti. Non vogliono parlare. Preferiscono, comprensibilmente, restare chiusi nel dolore enorme di chi ha perso una figlia, un'amica. Il pensiero dei familiari di Livia, raccontano alcune persone vicine, è alle vittime. Alla figlia, che non rivedranno più.




A quell'uomo che è rimasto travolto dalla Clio che viaggiava contromano. E anche ad Aniello Mormile, che guidava. Un ragazzo che nel tempo la famiglia Barbato aveva conosciuto, che frequentava la loro casa. Un po' sopra le righe, certo, ma non più di tanti altri giovani. Nessun gesto violento, nessuna abitudine pericolosa. La musica. Magari qualche volta un bicchiere di troppo, come tanti ragazzi. Ma il ritratto che viene fuori è ben lontano dallo spiegare quello che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato. I genitori di Livia, la madre della ragazza, si fidavano di lui, ne avevano stima: è questo che si comprende dalle poche parole pronunciate a mezza voce. Ed è per questo che nei suoi confronti non ci sono sentimenti di odio, di rancore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero