Elezioni, se Juncker preferisce la Redbull alla camomilla

Elezioni, se Juncker preferisce la Redbull alla camomilla
ROMA Il presidente della Commissione europea rompe la bolla nella quale si agita la campagna elettorale. Per Jean Claude Juncker lo scenario peggiore del dopo 4 marzo non è...

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ROMA Il presidente della Commissione europea rompe la bolla nella quale si agita la campagna elettorale. Per Jean Claude Juncker lo scenario peggiore del dopo 4 marzo non è la mancanza di una maggioranza, ma la possibilità che si metta su un governo che non faccia niente. Un governo “non operativo”, sostiene Juncker. Ad un doppio salto mortale sono quindi chiamati gli elettori italiani: non solo votare affinché esca una maggioranza, ma anche che la maggioranza sia in grado di esprimere un governo in grado di fare. Cosa? Le riforme, o i compiti a casa che presto arriveranno da Bruxelles e che scuoteranno un sistema politico ripiegato su se stesso a discutere di argomenti non proprio centrali che dopo il 4 marzo appariranno ancor più lunari.


C’è infatti un’altra cosa che Juncker dice e che lega alla situazione italiana. Ovvero le “possibili turbolenze sui mercati”, previste per metà marzo.

La sortita di Juncker obbliga tutti ad un sano bagno di realismo. Non basta ragionare di larghe intese più o meno larghe. Non serve una maggioranza qualsiasi, perché all’Italia occorre il turbo per approvare una lunga serie di riforme. 

Tra la camomilla e il redbull, Juncker sembra quindi preferire il secondo. Un po’ come nel 2013, quando a palazzo Chigi arrivò Matteo Renzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero