ROMA Il presidente della Commissione europea rompe la bolla nella quale si agita la campagna elettorale. Per Jean Claude Juncker lo scenario peggiore del dopo 4 marzo non è...
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C’è infatti un’altra cosa che Juncker dice e che lega alla situazione italiana. Ovvero le “possibili turbolenze sui mercati”, previste per metà marzo.
La sortita di Juncker obbliga tutti ad un sano bagno di realismo. Non basta ragionare di larghe intese più o meno larghe. Non serve una maggioranza qualsiasi, perché all’Italia occorre il turbo per approvare una lunga serie di riforme.
Tra la camomilla e il redbull, Juncker sembra quindi preferire il secondo. Un po’ come nel 2013, quando a palazzo Chigi arrivò Matteo Renzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero