L'Europa sotto pressione resta in bilico per la Brexit

L'Europa sotto pressione resta in bilico per la Brexit
ROMA - L'ondata lunga della destra in Austria si è fermata davanti al muro verde di Van Der Bellen. Il testa a testa è già un successo visto che Hofer...

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ROMA - L'ondata lunga della destra in Austria si è fermata davanti al muro verde di Van Der Bellen. Il testa a testa è già un successo visto che Hofer partiva con quattordici punti di vantaggio raccolti al primo turno. Per avere il verdetto definitivo delle presidenziali austriache occorrerà attendere lo spoglio - che avverrà oggi - degli 885 mila voti spediti per posta. Anche se, si sostiene a Vienna, è probabile che possa essere il candidato verde a vincere visto che gli austriaci all'estero sarebbero stati meno influenzati dalla spinta xenofoba e dai dibattiti delle scorse settimane.


RISCHI
Nel frattempo in Europa si continua a trattenere il fiato. Un'apprensione destinata a prolungarsi sino al 23 giugno quando in Gran Bretagna si terrà il referendum per decidere se restare in Europa. Un'apprensione che nella Commissione europea arriverà sino ad ottobre quando in Italia si terrà il referendum costituzionale che rischia, in caso di bocciatura, di portarsi via anche il governo e quel minimo di stabilità raggiunta dall'Italia. Il controllo dell'immigrazione via Brennero e non solo, viene considerato il motivo principale della deriva nazionalista e xenofoba austriaca, ma per Matteo Renzi il propagarsi in tutta Europa di partiti nazionalisti e anti europei non è altro che la spia di un malessere più grande innescato dalle disastrose politiche pro-austerity imposte da Bruxelles e Berlino negli ultimi dieci anni. Una dimostrazione sarebbe il recente invio deciso dall'Austria di altri ottanta agenti al confine del Brennero, proprio quando si contano su una mano il numero dei migranti che tentano di passare il confine. Una decisione che allarma l'azzurra Laura Ravetto che chiede al ministro Alfano di riferirne in Parlamento. Il motivo del malessere e delle spinte xenofobe va invece cercato nell'aumento della disoccupazione, nella discesa del tenore di vita e nel progressivo invecchiamento della società austriaca. L'arrivo di novanta mila migranti lo scorso anno ha rafforzato le paure del ceto meno abbiente e meno istruito che teme di essere messo da parte dalla globalizzazione. La protesta ha favorito il candidato del partito che fu Haider e ora di Hofer che, con il simbolo del fiordaliso sulla giacca caro ai nazisti, ha avuto una prateria davanti mentre il governo socialdemocratico ha innescato un balletto al Brennero che di fatto dava ragione alle tesi del Fpo. Sul ciglio del burrone, secondo Renzi, balla tutta l'Europa se non cambia passo in politica economica allentando il rigore che in queste ore impone alla Grecia una nuova stretta.

L'INIZIATIVA
L'iniziativa che il partito socialista europeo intende prendere, prima a Roma e poi a Parigi, sul fronte della crescita servirebbe ad evitare pericoloso contaminazioni che il prossimo anno potrebbe emergere con forza dirompente alla presidenziali francesi dove Marine Le Pen ha percentuali doppie rispetto ad Hollande. In Austria i poteri del presidente della Repubblica sono limitati, ma può revocare il governo qualora causi ”grave danno” al Paese. La questione dei migranti, secondo il candidato della destra xenofoba Hofer è tra questi.


Forse tardi ha compreso i rischi che potrebbe correre il Paese il partito socialdemocratico che tutt'ora governa e ha cambiato il cancelliere sostituendo Faymann con Kern che ora dovrà affrontare la crisi del Brennero cercando di offrire soluzioni meno improntate alla paura e provando a rilanciare un partito che come accaduto ai popolari, al primo turno non è riuscito a far passare il proprio candidato per la prima volta dopo quarant'anni. ”Merito” forse della grande coalizione che attualmente governa l'Austria. Dell'«inciucio» obbligato dal sistema elettorale e costituzionale, direbbe Renzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero