Kiev, notte di battaglia nelle strade: la polizia spara, morti tre manifestanti

Scontri notturni a Kiev
Primi morti nelle proteste scoppiate a Kiev tre mesi fa dopo la marcia indietro del presidente ucraino Ianukovich sulla firma dell'accordo di associazione con la Ue: due...

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Primi morti nelle proteste scoppiate a Kiev tre mesi fa dopo la marcia indietro del presidente ucraino Ianukovich sulla firma dell'accordo di associazione con la Ue: due manifestanti tra i 20 e i 30 anni sono rimasti uccisi da colpi d'arma da fuoco durante la terza notte consecutiva di scontri con la polizia nella centralissima via Grushevski, vicina ai palazzi del potere e allo stadio della Dinamo. Un terzo dimostrante era stato dato per morto, dopo una caduta dal tetto dello stadio della Dinamo Kiev, ma secondo la polizia è stato ricoverato in ospedale.




Gli scontri erano cominciati quando le forze dell'ordine hanno tentato di smantellare le barricate dei manifestanti, che hanno lanciato pietre e molovov, mentre gli agenti hanno impiegato gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Ma probabilmente sono stati usati anche alcuni proiettili convenzionali da parte di qualche tiratore scelto, come si vede in alcune immagini e come hanno riferito alcuni testimoni, esibendo alcuni bossoli.



Due manifestanti uccisi, la polizia nega responsabilità. Le due vittime sono state colpite da armi da fuoco, hanno riferito fonti mediche dei dimostranti, ma finora il ministero dell'Interno ha escluso ogni responsabilità delle forze dell'ordine, sostenendo che i reparti schierati in via Grushevski non hanno armi letali.



Le proteste sono state scatenate dalla recente approvazione di nuove leggi che prevedono forti restrizioni per i raduni e pene severe per i partecipanti a manifestazioni non autorizzate: per l'opposizione è un tentativo di mettere il bavaglio alla contestazione.



Ue e Usa: basta violenze. L'Unione europea, tramite l'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza Catherine Ashton, ha chiesto a Kiev di porre immediatamente fine agli episodi di violenza, mentre gli Usa, attraverso la loro ambasciata a Kiev, hanno revocato i visti a diversi ucraini ritenuti legati alle violenze contro i manifestanti a novembre e dicembre dello scorso anno e stanno valutando un'azione analoga contro i responsabili di quanto accaduto recentemente in centro a Kiev.
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Il Messaggero