Kenya, italiano ucciso in casa, un'amica: «Non riesco a immaginare che avesse qualcuno contro»

Kenya, italiano ucciso in casa, un'amica: «Non riesco a immaginare che avesse qualcuno contro»
«Quello che stanno dicendo è anche quello che noi sappiamo». Così una zia di Andrea Maffi, l'operatore turistico 40enne trovato morto in Kenya, conferma telefonicamente da...

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«Quello che stanno dicendo è anche quello che noi sappiamo». Così una zia di Andrea Maffi, l'operatore turistico 40enne trovato morto in Kenya, conferma telefonicamente da Villongo (Bergamo) la notizia dell'uccisione del nipote, sembra accoltellato nella sua casa di Watamu.




È stato trovato morto nella sua casa di Watamu, in Kenya, a pochi chilometri da Malindi, paradiso turistico africano dove abbondano i resort di lusso e in cui una folta comunità di italiani ha trovato residenza da anni.



Andrea Maffi, 40enne originario di Villongo, in provincia di Bergamo, è stato trovato senza vita ieri sera da un amico, che ha poi provveduto ad avvertire i familiari dell'uomo in Italia.



Sulle cause della morte ancora non si ha una versione ufficiale: si parla di un malore improvviso, anche se nella zona si sono diffuse notizie molto più inquietanti. Sembrerebbe infatti che Maffi sia stato ucciso, forse per una rapina, e che sia stato ritrovato con la gola tagliata in una fossa settica, anche se dettagli simili in Kenya sono spesso frutto di credenze e superstizioni.



Maffi, da sempre innamorato dell'Africa, si era trasferito in Kenya da circa quindici anni. Qui lavorava come operatore turistico.



«Organizzava tour e safari per i turisti e faceva accoglienza», racconta Iris, italiana proprietaria di un ristorante a Malindi, «Era sempre alle dipendenze di diversi alberghi». Iris, che conosceva Andrea fin da quando lui aveva messo piede in Kenya per la prima volta, racconta le difficoltà a cui è andato incontro chi lavora nel settore del turismo negli ultimi anni: «Con i problemi d'instabilità politica che ci sono stati qui per noi è diventato tutto più complicato». Ecco perché Andrea, in questo periodo dell'anno, si dava un gran da fare per cercare nuove collaborazioni con gli alberghi per la stagione estiva.



«Andrea è una delle persone migliori che abbia conosciuto qui», ricorda Iris, «Era sempre cordiale e affettuoso. Era un lavoratore dipendente, non riesco proprio a immaginare che potesse avere qualcuno contro». Ma l'ipotesi della rapina sembra non convincerla in pieno: «In Kenya possono capitare furti nelle case come in qualsiasi altro posto del mondo. Ma lui non viveva certo in una casa lussuosa».



I familiari hanno raggiunto in mattinata la salma di Andrea, che è stata trasportata a Mombasa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero