Juncker: «Ue minacciata, non ci si rende conto»

Jean-Claude Juncker
«Oggi è a rischio Schengen, domani ci si chiederà perché avere una moneta comune: l'Unione europea è minacciata alla base e forse non ci si...

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«Oggi è a rischio Schengen, domani ci si chiederà perché avere una moneta comune: l'Unione europea è minacciata alla base e forse non ci si rende conto». Lo ha detto il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker parlando alla Plenaria di Strasburgo dei problemi sull'immigrazione. Un intervento che arriva all'indomani delle nuove tensioni tra la Ue e l'Italia.


Alcuni Paesi hanno allegramente reintrodotto i controlli alle frontiere - ha aggiunto Juncker - ma domani ci verrà chiesto di rendere conto dei grandi costi economici che questa decisione comporta. Ci si chiederà allora che senso abbia una valuta unica in Europa se non è garantita la libera di circolazione dei cittadini».

Uno scontro dietro il quale si nascondono le differenti visioni tra Berlino e Roma su alcuni importanti punti di politica europea: i migranti, cenrto, ma anche la flessibilità e la crisi bancaria. Matteo Renzi, di fronte all'ultimo schiaffo del rpesidente della Commissione Ue secondo cui ci sarebbero 
«troppi malintesi» nelle relazioni con l'Italia, è comunque deciso a non cambiare linea.

Il commissario europeo per i rifugiati Dimitris Avramopoulos mette in guardia, in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung, dall'effetto domino che potrebbe avere la deroga su Schengen da parte di alcuni Paesi: «Potrebbe segnare l'inizio della fine. Avremmo un effetto valanga e sarebbe l'inizio della fine dell'Europa». Il ripristino dei controlli da parte di Austria, Slovenia e Croazia «non aiuterà affatto, i rifugiati arriveranno comunque», aggiunge il commissario affermando, al contrario, che questi aumenteranno. «Escludere Paesi come la Grecia dallo spazio Schengen non sarebbe la soluzione del problema», afferma in un altro passaggio dell'intervista alla Sueddeutsche Zeitung.


«Abbiamo due mesi per rimettere la situazione migratoria sotto controllo: il Consiglio di marzo sarà l'ultima occasione per vedere se la nostra strategia funziona. Altrimenti affronteremo una crisi come il crollo di Schengen». Lo afferma il Presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk a Strasburgo.
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Il Messaggero