Una polizia di frontiera europea di circa 10mila uomini con capacità di sorveglianza sul territorio europeo e poteri di partecipazione ad operazioni di rimpatrio dei...
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La creazione di una Guardia europea delle coste e dei confini che miri a rafforzare Frontex, trasformando l'agenzia Ue in un vero e proprio corpo di polizia di frontiera con un compito decisivo sui rimpatri sarà annunciata dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione mercoledì prossimo alla Plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo. Una notizia rilanciata dal quotidiano spagnolo El Pais che trova conferma a Bruxelles in vista di un intervento, l'ultimo del presidente della Commissione sullo stato dell'Unione, che si focalizzerà proprio sul tema migranti. L'esecutivo europeo intenderebbe così trasformare il controllo dell'immigrazione irregolare in una competenza comunitaria dopo che l'ultima crisi migratoria, scatenata dal rifiuto dell'Italia di consentire lo sbarco di migranti, ha dimostrato che la gestione nazionale dei flussi deve essere trasferita a una gestione centralizzata. La proposta non è nuova.
Da tempo si era infatti presa in considerazione tale idea, mai realizzata anche per la riluttanza di diversi Paesi preoccupati della possibile cessione di sovranità. A inizio giugno la cancelliera Angela Merkel aveva però ventilato l'ipotesi di trasformare Frontex in un corpo di polizia di frontiera «con competenze europee». Un mese dopo a Vienna, in occasione dell'avvio della presidenza di turno austriaca del Consiglio dell'Ue, Juncker aveva annunciato per settembre la proposta legislativa della Commissione Ue per dotare Frontex di 10mila unità aggiuntive entro il 2027, irrobustendone così il mandato. E nei giorni scorsi il tema era stato ripreso anche dal Commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos. «Servono azioni immediate. Le misure che presenteremo (trasformazione dell'Agenzia delle guardie di frontiera e guardacoste, Frontex, in una vera e propria polizia europea) vanno in questa direzione», aveva spiegato il commissario anche in vista del vertice di Salisburgo del 20 settembre dove è attesa una svolta sulle modifiche della missione Sophia, anche alla luce del pressing italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero