Mentre i leader dei più grandi Paesi europei, da Merkel a Renzi, cominciano a prendere i primi contatti con il neoeletto presidente degli Stati Uniti, offrendo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Intanto, a pochi giorni dal viaggio di Obama in Europa e Cina, lo staff di Trump comincia a marcare il territorio e lega le mani all'attuale inquilino della Casa Bianca, avvertendolo di non fare nessuna mossa contraria al nuovo vento che soffia da mercoledì. Evidentemente a suo agio nella rassicurante dimensione 'casalingà del piccolo Paese che ha governato per quasi venti anni, Juncker si è lasciato andare ad un'analisi graffiante sul tycoon che guiderà la prima potenza del mondo. «Gli americani in generale non hanno attenzione verso l'Europa, e riguardo a Trump, credo di capire che lui pensi che il Belgio sia un villaggio da qualche parte nel nostro continente... In breve, dovremo mostrargli e spiegare cos'è l'Europa», ha detto, avvertendo anche dei possibili rischi di questa elezione. Secondo Juncker, «gli equilibri intercontinentali» potrebbero essere «disturbati» perché, avendo già lavorato con quattro presidenti Usa, ha «constatato che tutto quello che si dice in campagna elettorale è vero un pò per tutti, purtroppo».
Il presidente della Commissione tradisce anche un certo malcontento per il fatto che Donald Trump abbia già parlato con diversi leader europei, ma non si sia messo in contatto con nessuno dei vertici delle istituzioni comuni dell'Ue. Un atteggiamento che lascia intuire la preferenza verso i rapporti bilaterali, a spese di quelli comunitari. Merkel, Renzi, Hollande e la britannica May hanno tutti già parlato con il nuovo alleato oltreoceano. May è stata la prima ad affrettarsi, per ribadire quel rapporto «storico e speciale» tra i due Paesi. Merkel ha offerto collaborazione ricordando i valori comuni, Renzi ha sottolineato l' «importanza strategica» delle relazioni Italia-Usa e Hollande ha elencato i «temi comuni», tra cui lotta al terrorismo, Ucraina, Siria, Iraq e l'accordo di Parigi Cop21.
Gli alleati europei, che per ora si confrontano con il nuovo presidente degli Stati Uniti in ordine sparso, intendono preservare i buoni rapporti in ogni modo, senza rinunciare alla chiarezza sui valori fondamentali a cui l'Europa è legata.
Il Messaggero