Jihadista inglese denunciato dalla famiglia: condannato a 6 anni di carcere per terrorismo

Jihadista inglese denunciato dalla famiglia: condannato a 6 anni di carcere per terrorismo
Hanno tentato di tutto per fermarlo, per convincerlo a non arruolarsi nell'Isis. Gli hanno perfino nascosto il passaporto, ma quando si sono resi conto che ogni tentativo era...

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Hanno tentato di tutto per fermarlo, per convincerlo a non arruolarsi nell'Isis. Gli hanno perfino nascosto il passaporto, ma quando si sono resi conto che ogni tentativo era vano hanno registrato una conversazione in cui manifestava l’intenzione di combattere come terrorista dello Stato Islamico e l’hanno consegnata alla polizia.










Jamshed Javeed, 30 anni, insegnante di scienze di Manchester, è stato arrestato nel dicembre del 2013 poco prima di prendere il volo per la Turchia: adesso è stato condannato a sei anni di carcere da un tribunale inglese per la sua intenzione di morire da martire tra le fila dei jihadisti.



Javeed, professore alla Sharples High School di Bolton, era popolare tra gli alunni ed era considerato da tutti come un musulmano moderato: una moglie, un figlio e un appartamento vicino all'Etihad Stadium del Manchester City. Poi, in meno di 12 mesi, la radicalizzazione: aveva iniziato a seguire la dottrina dei predicatori d'odio, come Anwar al-Awlaki, e in poco tempo aveva cambiato il suo aspetto, il suo modo di comportarsi e di pensare.



Nel 2013, dopo essersi completamente votato alla causa dello Stato Islamico, ha contribuito a pagare il viaggio in Siria del fratello ventenne Mohammed, iscritto a ingegneria meccanica, partito con altri due studenti, Khalil Raoufi, 20 anni, e Raphael Hostey, 22. Successivamente è emerso che Raoufi è stato ucciso in combattimento per l'Isis, mentre di Mohammed non si hanno più notizie da mesi e i genitori si sono rassegnati alla sua morte.



Determinato a combattere, nonostante il fatto che la moglie fosse incinta del secondo figlio, Javeed era pronto per partire alla volta della Siria: a novembre del 2013 si era procurato un kit di pronto soccorso, biglietti aerei per la Turchia e abbigliamento outdoor. Tuttavia non poteva immaginare che la forte opposizione della famiglia sarebbe riuscita a fermarlo: dopo aver tentato di convincerlo a parole, gli hanno sottratto il passaporto. Infine l'ultimo tentativo disperato: la registrazione di una telefonata in cui Javeed diceva a sua madre di voler di partire, di arruolarsi nello Stato Islamico per combattere.



«Sei un assassino – continuava a ripetergli la madre - Se questa religione non consente il rispetto per i genitori non è la religione del mio profeta. La vostra è una religione diversa». Nel dicembre del 2013, a poche ore dalla partenza, Javeed è stato arrestato nella sua casa di Manchester: era riuscito a ottenere un passaporto falso ma era pedinato da giorni dalla polizia che lo bloccato prima che riuscisse a salire sul volo per Istanbul. Lo scorso ottobre ha ammesso la sua colpevolezza per due accuse di terrorismo di fronte alla Woolwich Crown Court, a est di Londra. In queste ore la sentenza: sei anni di carcere per terrorismo. In Siria era pronto a uccidere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero