Tra lo "zar" e il "sultano" alla fine a spuntarla è Vladimir Putin. Il braccio di ferro iniziato a colpi di sanzioni e dichiarazioni caustiche...
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«Stiamo osservando alcuni segnali di ammorbidimento delle relazioni», ha sottolineato il vicepremier e portavoce del governo turco, Numan Kurtulmus. Tra questi c'è il via libera di Mosca alla concessione di permessi di lavoro ai turchi dipendenti d'imprese turche che operano in territorio russo, prima bloccati come parte delle sanzioni. Il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, stando a Cnn Turk, parteciperà poi venerdì a un vertice dell'organizzazione della Cooperazione economica del mar Nero (Bsec), che si terrà nella città russa di Sochi: si tratta della prima visita di un esponente di spicco del governo di Ankara in Russia dall'abbattimento del Su-24 a fine novembre. Insomma, un weekend magico per Putin che un altro successo diplomatico, dopo il vantaggio della Brexit - mai apertamente dichiarata come tale ma che di fatto rinforza la Russia sullo scacchiere europeo, tant'è vero che nei giorni in cui il petrolio cala il rublo invece si è apprezzato su dollaro ed euro. Erdogan nella lettera sottolinea che la Turchia «non ha mai avuto il desiderio né l'intenzione premeditata di abbattere il jet russo» e che ora è in corso un'indagine giudiziaria contro un cittadino turco «connesso alla morte del pilota» di Mosca, il cui corpo, sottolinea, venne recuperato dalle forze speciali di Ankara affrontando «rischi e con grandi sforzi».
«Voglio esprimere ancora una volta - aggiunge - la mia compassione e le mie sentite condoglianze alla famiglia del pilota e chiedo: "scusate"». «La famiglia del pilota russo - conclude - la percepiamo come una famiglia turca: per alleviare il dolore e il grave danno arrecato noi siamo pronti a qualsiasi iniziativa».
Il Messaggero