Il dietrofront del Senato sullo ius soli è «certamente un atto di paura grave. Abbiamo bisogno di non farci dominare dalla paura ma siamo anche aperti alla speranza...
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«Questa - sostiene Delrio - è una legge di civiltà e diritti. Non dobbiamo farci dominare dalla paura. Non ci può venire nessun male nel riconoscere i diritti a questi ragazzi che sono di fatto già italiani, parlano il nostro dialetto, giocano con i nostri figli. Devono essere riconosciuti per quello che sono: persone. Uno sguardo diverso verso
l'immigrazione significa anche riconoscere i loro diritti».
«Ultimamente - ha proseguito Delrio - è stato creato un clima molto grave, sono state utilizzate parole sbagliate, è stata sparsa benzina e appiccato il fuoco per poi dire "vedete la foresta brucia". Bisogna ritrovare moderazione nel linguaggio, ritornare a stare legati ai valori reali della persona e saper governare l'immigrazione perché non può essere governata dagli scafisti o dal caso ma da flussi regolari che danno dignità e certezza di accoglienza. Non si può cedere a parole di odio, violenza e razzismo. Queste sono parole che possono fare molto male a tutta la società perché oggi tocca agli immigrati e domani può capitare ai nemici politici o a persone diverse. Questo è un tema molto serio in cui la politica misura la sua dignità. Non c'entra destra o sinistra. La questione migrazione conosce delle destre molto responsabili come il Partito Popolare di Angela Merkel che sa fare politiche dell'immigrazione nella programmazione e nel rispetto della dignità delle persone».
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Il Messaggero