Italia verso la recessione, in arrivo tagli alle agevolazioni fiscali

Il ministro Pier Carlo Padoan
Stagnazione a colazione. O, peggio ancora, recessione. I piatti indigesti che potrebbero avvelenare la salute del governo Renzi sono attesi in mattinata, quando l’Istat...

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Stagnazione a colazione. O, peggio ancora, recessione. I piatti indigesti che potrebbero avvelenare la salute del governo Renzi sono attesi in mattinata, quando l’Istat renderà noto il dato sulla crescita nel secondo trimestre dell’anno.




Palazzo Chigi non si fa molte illusioni e si prepara ad incassare la notizia secondo la quale l’economia italiana viaggia a scartamento ridotto, in una forchetta compresa tra zero e -0,1%. Nel secondo caso, considerando che si tratterebbe di un bis rispetto al risultato del trimestre compreso tra gennaio e maggio, il Paese piomberebbe tecnicamente in zona recessione. Costringendo così l’esecutivo a rifare i calcoli relativi al bilancio 2014 per verificare lo scostamento tra gli obiettivi fissati nel Def e la realtà dei fatti. Realtà piuttosto amara in quanto il governo, ancora pochi mesi fa, era convinto di poter agguantare una crescita dello 0,8%. Mentre adesso farebbe salti di gioia se a fine anno il Pil, con uno scatto nell’ultimo semestre, risalisse fino allo 0,3.



LA CORREZIONE

In queste ore di attesa l’eventualità di fare la manovra correttiva viene scansata come la peste al ministero dell’Economia dove ammettono di avere sensazioni «non buone». Tuttavia si invita a tenere in considerazione i molti elementi positivi dei fondamentali dello Stato. Lo spread in discesa ha fatto risparmiare circa 5 miliardi sulla spesa per interessi, c’è un saldo primario molto buono e il gettito Iva, spinto dai rimborsi Pa alle imprese e dall’ecobonus, corre veloce.



Voci in attivo ma insufficienti perchè con la recessione tra i piedi mancherebbero almeno 9-10 miliardi per chiudere i saldi. Tanto più che le entrate fiscali non aiutano. Nel periodo gennaio-giugno 2014, secondo i dati diffusi ieri dal Mef, il gettito è sceso dello 0,8% con un calo di 1,5 miliardi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.



E per fortuna la lotta all’evasione fiscale (+10,9%, +398 milioni di incasso ) attenua le perdite. Palazzo Chigi, che pure è tentato di rimediare alzando il deficit che viaggia intorno al 2,4%, è consapevole che non si può scherzare col fuoco. Per il 2014 l’Italia ha infatti indicato un deficit del 2,6% e Renzi ha garantito di non voler sconfinare. Ma Bruxelles non la prenderebbe affatto bene se Roma si avvicinasse al 3%, risparmiando in questo modo 3-4 miliardi di euro. Anche sfidando la Commissione europea, comunque, una manovrina da 1-1,2 miliardi sarebbe necessaria.



LE IPOTESI DI INTERVENTO

Così, anche se in Via XX Settembre giurano che ipotesi su possibili interventi non sono state ancora sviluppate, gli uffici tecnici sono già lavoro. E si muovono in due direzioni: tagli alla spesa sui ministeri e sulle agevolazioni fiscali. Più la seconda ipotesi che la prima, , considerato che i tagli orizzontali tradirebbero lo spirito selettivo della spending review.



Per questa ragione, i fari sono accesi sulle tax expenditures (detrazioni e deduzioni a beneficio di cittadini e imprese ) che sgonfiano il gettito per 152 miliardi. E’ vero che la maggior parte delle 285 misure di agevolazione è blindata perchè si tratta di misure in favore delle famiglie e dei pensionati ma, confida una fonte del Tesoro, «è arrivato il momento di intervenire su altre voci». E da pescare, tra bonus fiscali in favore di categorie, ordini professionali e associazioni, c’è molto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero