Sono sette i sospetti arrestati finora in relazione all'attentato di due giorni fa nel centro di Istanbul, nel quale hanno perso la vita 10 tedeschi e 15 persone sono...
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«Il numero delle persone arrestate, in relazione all'attacco di Istanbul, è salito a sette», ha riferito il ministro, citato dal sito web del quotidiano Hurriyet. Le dichiarazioni di Ala implicano che le forze di sicurezza turche abbiano arrestato altre due persone nelle ultime ore. Ieri sera, infatti, il primo ministro Ahmet Davutoglu, facendo il punto sulle indagini, aveva parlato di cinque persone finite di manette.
Il fratello di Nabil Fabdli, il 28enne kamikaze nato in Arabia Saudita, aveva compiuto un attacco suicida in Siria alcuni mesi fa. Lo rivelano media locali, citando fonti della sicurezza. L'uomo si era fatto saltare in aria in un attacco compiuto in un aeroporto contro le forze del regime di Bashar al Assad.
Nabil Fadli, il 28enne kamikaze nato in Arabia Saudita, era appena arrivato dalla Siria, registrandosi come richiedente asilo in Turchia solo una settimana prima di farsi esplodere. Secondo la polizia non rientrava in nessuna blacklist di sospetti terroristi interna o internazionale. Il suo ingresso in Turchia diventa così un caso. L'uomo si era registrato in un ufficio che si occupa dell'accoglienza dei profughi siriani a Istanbul. Un video pubblicato dai media locali lo mostra mentre è in fila per rilasciare le sue impronte, che ne avrebbero poi permesso l'immediata identificazione. Lì sarebbe stata scattata anche la foto di Fadli finita sulle prime pagine di tutti i giornali. Con lui c'erano altri 4 uomini, sospettati ora di essere i suoi fiancheggiatori. Nei giorni successivi Fadli è sempre rimasto all'indirizzo comunicato alle autorità, che non sospettavano nulla del suo piano di farsi esplodere nella piazza dei turisti, a due passi dalla Moschea Blu. Una beffa per i servizi d'intelligence che rischia ora di aprire uno squarcio sulle procedure d'accoglienza in Turchia dei 2,5 milioni di rifugiati siriani.
E nell'attacco di Istanbul l'Isis potrebbe essere solo «una pedina» di «attori segreti» che lo hanno usato come «subappaltatore».
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Il Messaggero