Israele, Trump contro Obama: basta disprezzo. E Netanyahu lo ringrazia

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«Non possiamo continuare a far sì che Israele sia trattata con totale disprezzo e mancanza di rispetto». Lo afferma il presidente eletto Donald Trump su Twitter...

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«Non possiamo continuare a far sì che Israele sia trattata con totale disprezzo e mancanza di rispetto». Lo afferma il presidente eletto Donald Trump su Twitter andando allo scontro frontale con il presidente ancora in carica barack Obama dopo il voto all'Onu


Israele «aveva negli Usa un grande amico, ora non più. L'inizio della fine è stato l'orribile accordo con l'Iran, e ora con l'Onu» aggiunge Trump, invitando Israele a «restare forte, il 20 gennaio (quando il tycoon si insedierà, ndr) si sta avvicinando rapidamente».


«Sto facendo del mio meglio per ignorare le provocatorie dichiarazioni del presidente Obama. Ritenevo che sarebbe stata una transizione dolce. No!», chiosa Trump. 
«Grazie presidente eletto Trump, grazie per la tua calda amicizia e il tuo netto sostegno a Israele», è il tweet di risposta del premier Benyamin Netanyahu.

Una transizione tutt'altro che indolore quella da Obama a Trump. Secondo il Washington Post Barack è anche prossimo all'annuncio di una serie di misure per punire la Russia per le sue interferenze nelle elezioni presidenziali dello scorso novembre. Queste misure potranno comprendere sanzioni economiche e censure diplomatiche. Il giornale americano precisa che l'amministrazione sta finalizzando i dettagli, ma l'annuncio delle misure potrebbe arrivare entro la fine di questa settimana.

La base legale dell'azione sarebbe fornita, in parte, da un ordine esecutivo del 2015 che fornisce al presidente l'autorità di rispondere agli attacchi informatici provenienti da Paesi stranieri e che minacciano la sicurezza e l'economia nazionale. Il Post rivela ancora che i consiglieri legali della Casa Bianca hanno stabilito però che il testo dell'ordine esecutivo deve essere variato per poter essere applicato a quello che, secondo i rapporti dell'intelligence Usa, è stato un attacco hacker, orchestrato dalla Russia, contro il processo elettorale americano.


Si dovrà dichiarare il sistema elettorale come parte della «infrastruttura vitale» degli Stati Uniti o cambiare l'ordine del 2015 per inserirvi una nuova minaccia, appunto l'interferenza elettorale, spiegano gli esperti legali che però hanno anche un altro obiettivo. Quello, cioè, di rendere il più possibile difficile per Donald Trump abolire le misure una volta insediatosi, il 20 gennaio prossimo, alla Casa Bianca


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Il Messaggero