Isis, sgozzate quattro presunte spie in Iraq. Le immagini pubblicate sul web

Isis, sgozzate quattro presunte spie in Iraq. Le immagini pubblicate sul web
Ancora morte. Ancora orrore. Non si ferma l'ondata di esecuzioni firmata dai terroristi dell'Isis. Le ultime foto pubblicate sui social dai jihadisti mostrano la...

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Ancora morte. Ancora orrore. Non si ferma l'ondata di esecuzioni firmata dai terroristi dell'Isis. Le ultime foto pubblicate sui social dai jihadisti mostrano la sanguinosa decapitazione di quattro presunte spie, giustiziate nella provincia irachena di Salahuddinin dopo essere state giudicate dal tribunale dello Stato Islamico. Secondo le didascalie, i quattro uomini sono stati accusati di essere spie del governo di Baghdad e, per questa ragione, sono stati condannati a morte.








Vestite con tute nere, inginocchiate con le mani legate dietro la schiena, le vittime attendono di essere uccise. Dietro di loro cinque jihadisti si preparano all'esecuzione: al centro un combattente, con il dito puntato al cielo, spiega le ragioni che hanno portato lo Stato Islamico a decidere di uccidere i quattro uomini. Gli altri terroristi, tre a volto coperto e uno con un cappellino da baseball, brandiscono dei lunghi coltelli affilati.



Insolitamente, a differenze delle uccisioni precedenti, non ci sono residenti ad assistere: le vittime sono state sgozzate e un'ultima terrificante immagine mostra le loro teste mozzate.



Sempre in Iraq, questa volta nella vicina Mosul, un generale e due colonnelli dell'esercito iracheno sono stati catturati e messi a morte dall'Isis con l'accusa di addestrare un gruppo armato locale che doveva partecipare all'attesa controffensiva per riconquistare la città. Secondo la fonte militare, che ha diramato la notizia ma ha preferito rimane anonima, il generale si chiamava Yahya Tariq e i due colonnelli Haji Khalid e Oday al Hamdani. «I tre alti ufficiali sono stati condannati a morte e giustiziati entro un'ora dalla loro cattura, avvenuta ad Hammam Alil, 25 chilometri a sud di Mosul», ha precisato la fonte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero