Un’emergenza umanitaria che non ha risposta. Sono 13,6 milioni i rifugiati siriani e iracheni in fuga dalla guerra civile in Siria (praticamente dimenticata dai media) o in fuga...
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L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha denunciato l’indifferenza dell’intera comunità internazionale. «O parliamo di un milione di sfollati in due mesi, o di 500.000 in una notte, il mondo lo stesso non risponde» è l’allarme di Amin Awad, responsabile dell’Unhcr per Medio Oriente e Nord Africa.
Gran parte degli sfollati sono all’interno dello stesso Paese, e cercano salvezza nelle regioni più protette dalla guerra. In Iraq sono quasi due milioni i rifugiati interni e 190.000 persone quelli che hanno passato il confine. I profughi interni hanno trovato rifugio nella regione del Kurdistan, dove le temperature in montagna arriveranno fino a -16 gradi. Eppure circa 800mila di questi rifugiati - è ancora la denuncia dell’Unhcr - non ha nessuno riparo, mentre 940mila non hanno modo di proteggersi dal freddo nelle strutture in cui vivono. Struttura di fortuna, come edifici abbandonati o in costruzione, o scuole, addirittura nei parchi. Non hanno coperte, non hanno riscaldamento.
«L’inverno qui è già iniziato, siamo profondamente preoccupati per il freddo, destinato ad aumentare velocemente nelle prossime settimane - avverte Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, da poco rientrata da Erbil, città curda dell’Iraq -. Freddo che farà peggiorare drasticamente le condizioni precarie in cui vivono centinaia di migliaia di sfollati». Il primo ponte aereo, di sette già programmati, con aiuti per l’inverno è già arrivato, partito dal Pakistan. Ha portato 3.600 kit per l’isolamento delle tende, confezionati a Lahore. I kit comprendono pavimenti in polistirolo e isolamento in fibra per le pareti delle tende.
Per aiuti, si può chiamare l’800.897.888 o collegarsi su www.unhcr.it. «Vorrei poter aiutare tutti, vorrei far stare tutti al caldo – è l’appello di Awad – ma il mondo non sta rispondendo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero