Isis, raid della coalizione contro i jihadisti. Tv araba: «Ucciso califfo Al-Baghdadi», ma gli Usa non confermano

Isis, raid della coalizione contro i jihadisti. Tv araba: «Ucciso califfo Al-Baghdadi», ma gli Usa non confermano
Il Califfo è ferito, forse addirittura morto. Rimbalza così sui social network una notizia non confermata e non verificabile in maniera indipendente sul terreno, ripresa stasera...

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Il Califfo è ferito, forse addirittura morto. Rimbalza così sui social network una notizia non confermata e non verificabile in maniera indipendente sul terreno, ripresa stasera dal network televisivo al Arabiya, secondo cui il leader dello Stato islamico (Isis), Abu Bakr al Baghdadi, è tra le vittime di raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in una località tra la Siria e l'Iraq.




Secondo la tv al Hadath, del gruppo editoriale panarabo-saudita al Arabiya, nei bombardamenti di oggi su alcune postazioni dell'Isis a Qaim, ultima città irachena nella regione occidentale di al Anbar prima dell'ormai svanito confine con la Siria, è stata colpita una sede dello Stato islamico dove era in corso una riunione dei vertici del gruppo jihadista. Non vi sono ancora prove fotografiche o video della morte o del solo ferimento di al Baghdadi, che nei mesi scorsi si è autoproclamato Califfo e principe dei credenti.



Il Comando centrale Usa (Centcom) ha confermato che la notte scorsa le forze Usa hanno condotto raid aerei contro la leadership dell'Isis nei pressi di Mosul, in Iraq, ma ha affermato non poter «confermare» che l'emiro Abu Bakr al Baghdadi fosse presente nei luoghi presi di mira.



La prima e finora ultima apparizione video di Baghdadi risale all'agosto scorso, quando diresse la preghiera comunitaria musulmana nel venerdì che precedeva il mese del digiuno di Ramadan nella Grande Moschea di Mosul, la seconda città irachena conquistata in giugno dall'Isis. Già nei mesi scorsi si erano rincorse notizie, mai confermate, dell'uccisione o del ferimento di Baghdadi in raid aerei della coalizione arabo-occidentale guidata dagli Stati Uniti.



L'ultima volta, il 6 settembre, era persino apparsa una "foto di Baghdadi morto", raffigurante un volto con gli occhi chiusi molto somigliante a una delle immagini note del leader jihadista. In quel caso, il Pentagono aveva smentito la notizia. I bombardamenti odierni su Qaim fanno parte della serie di raid condotti nelle ultime 24 ore dagli aerei della coalizione in Iraq settentrionale e nella Siria orientale e settentrionale.



Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, alcuni bombardamenti hanno preso di mira pozzi petroliferi nella regione orientale di Dayr az Zor al confine con l'Iraq e controllati dall'Isis. Ed è intanto salito a oltre 30 uccisi il bilancio di una raffica di attentati dinamitardi compiuti stasera in diversi quartieri di Baghdad. Fonti della polizia locale precisano che ai 31 uccisi si aggiungono circa 90 feriti caduti in sei differenti esplosioni in cinque quartieri della capitale.



Dal governo iracheno intanto oggi è arrivato il ringraziamento alla comunità internazionale per la decisione un pò «tardiva» di inviare altri consiglieri militari, soprattutto americani, che dovranno aiutare il Paese nella lotta contro lo Stato islamico (Isis). «Questa misura è un pò in ritardo - ha fatto sapere in un comunicato l'ufficio del primo ministro iracheno Haidar al-Abadi - ma è la benvenuta».
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Il Messaggero