Programmavano un attentato suicida in Siria, Iraq e Francia. Due cittadini stranieri, con forti legami in Italia, sono stati arrestati dai Carabinieri del Ros e del Comando...
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All’origine dell'operazione c'è un’intuizione investigativa dei Carabinieri della Compagnia Roma Centro che, dopo aver eseguito nei confronti di Brigande un provvedimento da parte dell'autorità macedone, per reati contro il patrimonio e contro la persona, hanno individuato e perquisito la sua abitazione. Durante il controllo, dopo aver individuato il luogo dove aveva trovato rifugio, hanno recuperato lettere contenenti scritte in arabo e fotografie con indizi di una grande adesione di Brigande al radicalismo islamista. È intervenuto il Ros, e dall'analisi della documentazione informatica, dei tabulati telefonici e telematici, in seguito a pedinamenti e intercettazioni, è stato evidenziato che nei giorni antecedenti al suo arresto, Brigande era in contatto attraverso vari sistemi di chat, con Firas Barhoumi, che già in quel periodo si trovava in Iraq, quale “foreign fighter”, a combattere in seno alle milizie terroristiche del “Daesh”. I due indagati si erano conosciuti tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, durante un periodo di comune detenzione in carcere, dove Barhoumi aveva intrapreso l’opera di proselitismo jihadista nei confronti di Brigante, il quale aveva aderito alle sollecitazioni ed era in procinto di partire per l’Iraq, dove si sarebbe unito alle milizie jihadiste dell’Isis.
Firas si era offerto quale volontario per il compimento, in Iraq, di una missione suicida contro “gli infedeli” mediante l’uso di un’autobomba. E ne aveva parlato con l'amico: "Guarda che inshallah per me io ho segnato...uno...per un'operazione suicida. Vuol dire prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro il kuffar (miscredente, ndr). Però se mi dici, una promessa, che tu venire tra un mese, io posso allontanare la data. Io posso aspettarti". Nella stessa operazione è stata arrestata anche una terza persona: Abdula Kurtishi ventiseienne macedone, ricercato in campo internazionale perché evaso da un carcere macedone dove stava scontando una condanna a anni 8 di reclusione per rapina. Legato a Brigande è arrivato in Italia a ottobre scorso con documenti falsi e identità fittizia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero