Isis, nuova pubblica esecuzione in Libia: decapitati due presunti "stregoni"

La propaganda del terrore, questa volta, ha come teatro la Libia: in un video pubblicato on line, l'Isis mostra la decapitazione di due uomini accusati di praticare la...

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La propaganda del terrore, questa volta, ha come teatro la Libia: in un video pubblicato on line, l'Isis mostra la decapitazione di due uomini accusati di praticare la stregoneria davanti a una folla che ha fatto a spintoni per assistere all'ultimo capitolo della barbarie.


Nella clip si vedono due uomini, bendati e con le mani legate, mentre vengono condotti nel centro della città di Tripoli, dove un centinaio di persone si sono riunite per guardare lo spettacolo della morte: le vittime vengono prima fustigate in piazza mentre uno jihadista legge l'accusa secondo la quale i due uomini meritano di morire per aver praticato la stregoneria. Poi vengono decapitati sotto gli occhi della folla composta da adulti e bambini felici per essersi accaparrati un posto in prima fila. Una volta che le teste dei due “stregoni” vengono tagliate, i presenti gridano Allahu Akbar (Dio è grande). Il video, infine, si conclude con la bandiera dello Stato Islamico che sventola.

La Libia è diventato nuovo terreno di conquista per lo Stato Islamico soprattutto dopo i bombardamenti della coalizione internazionale sulla Siria: sia Regno Unito che Stati Uniti hanno inviato un commando speciale per raccogliere informazioni nel Paese dopo i timori espressi dall'intelligence che l'Isis possa spostare la base del gruppo dirigente proprio a sud dell'Italia. Dopo aver preso il controllo di Sirte, adesso i jihadisti stanno puntando verso est minacciando Harawa, Nufaliya e Bin Jawad. Il prossimo obiettivo è quello di impossessarsi di Ajdabiya, area strategica tra Bengasi e Sirte che aprirebbe le porte ai giacimenti petroliferi, fondamentali per rimpolpare (in nero) le tasche del Califfato.

Intanto nelle aree conquistate i circa 2mila jihadisti stanno imponendo la Sharia, vietando la musica, imponendo il niqab alle donne e dando prova di forza con continue esecuzioni di “infedeli” e imponendo punizioni terribili a chiunque non rispetti il regime del terrore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero