All'indomani della terribile esecuzione da parte dell'Isis dell'ostaggio giapponese Kenji Goto, anche gli Stati Uniti tremano per la sorte di una donna americana,...
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Si tratta di una cooperante di 26 anni la cui identità non è mai stata divulgata dalle autorità per non minacciare la sua sicurezza. L'età è la stessa di Peter Kassig, l'operatore umanitario decapitato dagli estremisti dello Stato Islamico. E come lui, è stata rapita mentre faceva la volontaria in Siria per aiutare la popolazione martoriata dalla guerra. La donna, rapita nell'agosto del 2013 insieme ad un gruppo di altri volontari, che sarebbero poi stati rilasciati, non compare mai nei video dell'Isis, come è invece accaduto con le altre vittime.
Il presidente Barack Obama, in un'intervista alla Nbc, ha assicurato che gli Stati Uniti stanno facendo tutto quello che è in loro potere per salvarla.
Finora, i jihadisti hanno già ucciso delle donne musulmane, ma mai ostaggi femminili, occidentali, e "in diretta video". Secondo gli analisti, l'Isis vuole valutare attentamente quale reazione potrebbe innescare tra il pubblico la sua esecuzione. Per la liberazione della donna i jihadisti hanno chiesto oltre sei milioni di dollari, ma Washington mantiene ferma la sua politica di non pagare il riscatto degli ostaggi, avvertendo anche le famiglie e i parenti degli americani detenuti in Siria o altrove che se cedessero alle richieste dei terroristi potrebbero essere perseguiti penalmente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero