Isis, la decisione di Gubitosi: «La Rai non trasmetterà più i video jihadisti»

Isis, la decisione di Gubitosi: «La Rai non trasmetterà più i video jihadisti»
«Niente più video postati su internet dall'Isis» in onda sulla Rai. Ad annunciarlo, il dg Luigi Gubitosi, oggi nel corso dell'audizione alla Commissione per i diritti...

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«Niente più video postati su internet dall'Isis» in onda sulla Rai. Ad annunciarlo, il dg Luigi Gubitosi, oggi nel corso dell'audizione alla Commissione per i diritti e doveri relativi a internet, alla Camera dei deputati. «Dopo un periodo di analisi e riflessione - spiega Gubitosi - come azienda di servizio pubblico, abbiamo preso una decisione molto netta».




«Non manderemo in onda il racconto che l'Isis produce per la sua propaganda - prosegue il dg - e ci limiteremo ad estrarne di volta in volta frammenti descritti e mediati dal lavoro dei nostri giornalisti. Una decisione forte e consapevole», coerente con la Carta che la Commissione sta redigendo in quanto a «garanzia per la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti negativi quale incitamento all'odio, alla discriminazione e alla violenza».




Lo psichiatra: «Il 40% degli italiani si sente sotto assedio». «Il 40% degli italiani si sente sotto assedio a causa del terrorismo islamico e dell'Isis sul fronte esterno e per via della crisi economica su quello interno». A sottolineare come si stia registrando in questi ultimi mesi un forte aumento delle preoccupazioni e del malessere degli italiani, con una situazione analoga negli altri paesi Ue, è lo psichiatra Claudio Mencacci, past-president della società italiana di psichiatria, in occasione del 23/o congresso dell'Associazione europea di psichiatria (Epa).



«Ciò a cui assistiamo - spiega Mencacci - è la crescita della paura per l'Isis e per il terrorismo in tutti i paesi Ue, sia pure con intensità diverse». In Italia tuttavia, sottolinea l'esperto, «a dominare restano anche i timori per la situazione economica legata alla crisi e per la disoccupazione giovanile, con un senso di malessere crescente per l'assenza di prospettive per il futuro».
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Il Messaggero