Lo sguardo spento, la bocca serrata, il volto tirato. È l'ennesimo bimbo strappato alla sua infanzia quello mostrato nell'ultimo video dell'orrore dai jihadisti...
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Il video di 15 minuti, intitolato “But If You Return, We Will Return 3”, è stato presumibilmente girato nei pressi di Mosul ed è stato pubblicato sul web il 19 settembre: le immagini mostrano il bambino, caschetto biondo e occhi cerulei, indossare una tuta militare. Di fronte a lui un uomo, accusato di essere una spia catturata a Ninive, in Iraq, attende di essere ucciso: il piccolo mette mano alla fondina, estrae la pistola e, aiutato da un jihadista adulto, punta l'arma alla testa della vittima. La telecamera si sofferma sulle piccole dita che esitano sul grilletto. Poi il colpo viene esploso e il proiettile raggiunge la nuca del prigioniero che si accascia senza vita.
Non è la prima volta che bambini, anche stranieri, vengono manipolati e utilizzati come bandiera dello Stato islamico. Il mese scorso i terroristi avevano pubblicato il video di cinque bambini, tra cui un britannico, che assassinavano dei curdi. I piccoli boia, di età tra i 10 e i 13 anni e di nazionalità diverse, sono stati ripresi mentre uccidevano con un colpo alla nuca i prigionieri. In un altro caso, nel 2015, una clip aveva mostrato un inglese di soli 4 anni far esplodere un’auto con dentro tre presunte spie.
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Il Messaggero