Isis, per la prima volta una bambina trasformata in boia: cinque donne uccise a colpi di pistola a Mosul

Una frame del video diffuso dai militanti di Da'esh in cui compare una dodicenne che uccide un uomo
A dodici anni una ragazza dovrebbe guardare Violetta in televisione e ascoltare, sospirando, i One Direction. Dovrebbe sognare un futuro migliore per sé stessa e per chi le...

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A dodici anni una ragazza dovrebbe guardare Violetta in televisione e ascoltare, sospirando, i One Direction. Dovrebbe sognare un futuro migliore per sé stessa e per chi le sta intorno. Dovrebbe comnciare a interessarsi di ciò che avviene nel mondo con l'idealismo fanciullesco di chi pensa che il bene possa ancora sconfiggere il male.

Invece nei territori iracheni occupati dai militanti di Da'esh, posti ancora - nonostante i numerosi progressi dell'esercito locale - sotto il controllo degli uomini neri che impongono la legge della sha'ria nella sua intepretazione più fondamentalista, le ragazze di dodici anni indossano imparano a sparare. Non per difendere se stesse o i propri cari. Ma per uccidere a sangue freddo. Per compiere vere e proprie esecuzioni.

Come è successo, secondo quanto riportato dal sito Clarion project, la sera di mercoledì 2 marzo quando una giovanissima ragazza di 12 anni, poco più di una bimba, si è trasformata nel boia di cinque donne.
Secondo quanto una fonte locale di Ninive - una delle più belle e antiche città irachene posta sulla riva sinistra del Tigri a Nord della Mesopotamia - avrebbe raccontato ad alcuni giornalisti della televisione Alsumaria News, la dodicenne avrebbe ucciso una dopo l'altra le donne senza mostrare apparentemente alcun tipo di reazione. Tra le vittime anche un medico che si sarebbe rifiutata di fornire cure ai combattenti di Da'esh feriti durante un bombardamento delle forze della coalizione internazionale.

L'esecuzione avrebbe avuto luogo nel campo di Ghazlani nell'area di Mosul. La città irachena, dal giugno 2014, si trova sotto il controllo degli uomini di Al-Baghdadi e sta vivendo, ormai da quasi due anni, una gravissima crisi umanitaria che ha ridotto la popolazione a uno stato di grave indigenza. Le condizioni di vita difficili hanno convinto coloro che non sono riusciti a fuggire a sottostare alla terribile volontà dell'autoproclamato Stato Islamico che ha imposto proprie scuole e "programmi educativi" e di addestramento per giovani e giovanissimi residenti nell'area.

Fino a oggi erano stati diffusi numerosi video con giovanissimi combattenti e immagini di bambini armati di pistola o coltello che uccidevano soldati iracheni o presunte spie internazionali. Nessuna bambina era mai stata utilizzata, però, per compiere queste esecuzioni. In una escalation dell'orrore che non sembra volersi arrestare ora anche le bambine sono chiamate a uccidere. E a uccidere quelle che potrebbero, per età e appartenenza territoriale, essere le loro madri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero