Ikea lo licenzia per un frullato non pagato, lui fa causa e ottiene 30mila euro di risarcimento

Ikea lo licenzia per un frullato non pagato, lui fa causa e ottiene 30mila euro di risarcimento
Aver bevuto quel frullato senza pagarlo gli era costato il posto di lavoro. Ora è arrivata la rivincita: un tribunale ha stabilito un risarcimento di 23mila sterline (circa...

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Aver bevuto quel frullato senza pagarlo gli era costato il posto di lavoro. Ora è arrivata la rivincita: un tribunale ha stabilito un risarcimento di 23mila sterline (circa 30mila euro) a favore di Ian Fortune, licenziato da un negozio Ikea nell’ottobre 2014 dopo aver bevuto una bevanda da 97 penny senza passare dalla cassa.


Sospeso dal lavoro,  dopo che l’azienda gli aveva fissato alcuni appuntamenti per chiarire la vicenda ai quali non si era presentato perché in vacanza con la famiglia in Francia, l'uomo alla fine era stato licenziato dal negozio di Ballymun, a Dublino, dove lavorava dal 2009.

Durante il processo, il responsabile del bistrot ha detto di aver visto Ian e altri dipendenti consumare bevande senza pagare dopo la fine del loro turno: il manager ha chiesto di poter controllare le telecamere di sicurezza, che hanno confermato la circostanza. Ritenendo non accettabili le spiegazioni di Ian, il dipendente era stato buttato fuori dall'azienda.
Secondo un manager di Ikea, l'incidente è stato classificato come “colpa grave”, paragonabile al furto, tanto da far maturare la decisione del licenziamento.

Ora, però, la sentenza del tribunale ha ribaltato la situazione: come riporta il Mirror, Ian non ha negato di aver bevuto il frullato, ma in aula ha parlato di «un errore in buona fede». Il giudice, pur riconoscendo il diritto dell'azienda di far rispettare le norme, applicando severe regole di controllo, non ha ritenuto la colpa di Ian sufficiente per giustificarne il licenziamento. Ikea dovrà risarcirlo con una somma di 23mila sterline: «Una cifra giusta ed equa, tenuto conto delle circostanze» ha concluso il giudice.
«Sono soddisfatto del risultato – ha detto Ian – Adesso metterò in piedi una mia attività e potrò andare avanti con la mia vita».

Marsha Smith, Store manager di Ikea a Dublino, ha dichiarato: «Siamo delusi per l'esito della vicenda. Tuttavia un giudice ha emesso una sentenza e noi stiamo revisionando quanto è successo».

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Il Messaggero