L'Iran premia la politica di apertura del presidente Hassan Rohani e i riformisti stravincono a Teheran, dove la 'lista della speranzà conquista 29 seggi sui 30...
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Cambiano dunque volto il nuovo Parlamento, il decimo Majlis della Repubblica islamica, e la nuova Assemblea degli Esperti che dovrà nominare la prossima Guida Suprema. Rohani insomma vince la sua sfida contro i conservatori isolazionisti, che detenevano una strabordante maggioranza nel nono Majlis e che gli hanno messo i bastoni tra le ruote durante tutto il negoziato sull'accordo per la revisione del programma nucleare iraniano e sui nuovi rapporti con l'Occidente. Ancora non è chiaro tuttavia chi avrà il 50% + 1 dei 290 seggi parlamentari. Molto resta ancora nella nebbia, perchè i dati ufficiali arrivano con il contagocce e per avere un quadro definitivo, ha avvertito il ministero degli Interni, bisognerà aspettare fino a martedì prossimo, quando tutti i milioni di voti deposti nei 52mila seggi sparpagliati per il Paese saranno stati scrutinati e controfirmati dal Consiglio dei Guardiani, l'organismo giuridico-religioso che controlla l'attività parlamentare, seleziona le candidature e mette il timbro anche sui risultati di ogni voto popolare. E neanche allora sarà finita del tutto, in quanto in alcuni collegi elettorali nessun candidato ha raggiunto il quorum, ovvero il 25% dei voti, e sarà necessario andare ad un ballottaggio, previsto per fine aprile. Anche una manciata di deputati dell'ultima ora potrebbe cambiare i rapporti di forza in Parlamento.
Ma pur se i dati sono parziali, l'indicazione politica è che il Paese e, sopratutto la sua capitale, con i suoi 12 milioni di residenti e 5 milioni di pendolari, chiedono una linea di cambiamento e di riforme . Anche nell'Assemblea degli Esperti, organismo religioso di 88 membri in carica per 8 anni, i riformisti, pur non ottenendo la maggioranza, hanno umiliato gli ultra-conservatori. Anche qui, nel collegio di Teheran, i primi posti dei sedici assegnati sono stati occupati dai moderati, con l'ayatollah Akbar Hascemi Rafsajani in testa con oltre 600mila preferenze, seguito a ruota dallo stesso presidente della Repubblica Rohani. Ahmad Janati, presidente dell'onnipotente Consiglio dei Guardiani, è finito al decimo posto, mentre l'ayatollah Yazdi, il religioso per il quale «il popolo non conta nulla», si è piazzato dodicesimo. La presenza massiccia di uomini legati a Rafsajani, pur se presenti in liste conservatrici, e l'alleanza tra Rafsajani e Rohani potrebbero creare scenari inediti nel caso si dovesse eleggere una nuova Guida Suprema, in un'era post-Khamenei. Resta infine ancora un mistero l'affluenza al voto. Ieri i seggi sono rimasti aperti fino a notte fonda per consentire alle lunghe file di elettori di votare.
Oggi il ministero degli Interni ha parlato di oltre 33 milioni di votanti, ovvero il 60% di un elettorato di 55 milioni di elettori.
Il Messaggero