Con l'accordo sul nucleare iraniano, Teheran non metterà le sue mani sulla bomba atomica, ha detto il presidente Usa Barack Obama alla Casa Bianca, parlando di...
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L'attuazione dell'accordo sul nucleare iraniano è una «tappa fondamentale» e «ancora una volta vediamo cosa è possibile con una diplomazia forte», ha detto Obama in una dichiarazione dopo l'implementazione dell'intesa con Teheran. «E' un'opportunità - ha aggiunto - ma è un accordo che non risolve tutte le differenze». «Adesso l'Iran non ha materiale sufficiente neppure per una bomba» atomica ma «se proverà a barare, se proveranno a costruire una bomba in segreto, li prenderemo», ha concluso.
Di giorno «storico» ed «eccezionale» per il popolo iraniano ha invece parlato il presidente iraniano Hassan Rohani, in una conferenza stampa cui hanno assistito anche esponenti del governo fra cui il ministro Javad Zarif. Dopo 12 anni di «perseveranza e sacrifici» durante i quali è stato anche versato il sangue degli scienziati assassinati, ha ricordato Rohani - si vede riconosciuto il proprio diritto al nucleare.
Il programma nucleare iraniano, ha proseguito, «non sarà più ricordato come un una minaccia alla sicurezza e alla pace nella regione», ma quale mezzo per avere «accesso alle nuovo tecnologie, per lo sviluppo del Paese e per più stabilità nella regione».
Da oggi inoltre, ha detto ancora Rohani, cadono anche le sanzioni sulle esportazioni di petrolio e di prodotti collegati, «che esporteremo nella misura necessaria nella cornice degli interessi nazionali». Ancora, da oggi «potremo comprare moderni aeroplani» all'estero e anche garantire «una maggiore sicurezza ai nostri passeggeri». Infine, «i capitali iraniani congelati all'estero potranno essere impiegati per la nostra economia».
Oggi dunque, ha sottolineato, è «la vittoria del popolo iraniano». Con l'accordo l'Iran «ha una forza maggiore, il potere della diplomazia», la 'win-win policy' si è dimostrata la politica giusta, in contrasto con chi sostiene la «necessità di ingannare per non essere ingannati». «Abbiamo i migliori diplomatici», ha detto ancora Rohani alla stampa iraniana ed estera, ricordando le tappe - da Ginevra a Losanna, Vienna, New York - con cui si è giunti all'accordo. Rispondendo a chi gli chiedeva dei 'falchì contro l'Iran a Washington, «insieme a Israele hanno sempre tentato di sabotare l'accordo», ha detto, ma questo è 'lose-lose', in cui tutti perdono.
«L'Iran - ha sottolineato il presidente - ha un governo etico, credibile, e ora il mondo ha fiducia nel popolo iraniano». La strada della diplomazia intrapresa per il nucleare, ha affermato infine Rohani rispondendo a una domanda sull'Isis, «può essere un modello anche per risolvere le crisi regionali» da cui è nato. «Ora - ha concluso - sono più facili i rapporti politici ed economici nella regione e ciò può risolvere anche le questioni che vi sono aperte». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero