Ior, è scontro sulla gestione: licenziato il vicedirettore

Ior, è scontro sulla gestione: licenziato il vicedirettore
CITTÀ DEL VATICANO Tre giorni fa, dal tetro Torrione di Niccolò V, dove in passato sono state ripulite maxi tangenti e soldi di dubbia provenienza, è stato...

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CITTÀ DEL VATICANO Tre giorni fa, dal tetro Torrione di Niccolò V, dove in passato sono state ripulite maxi tangenti e soldi di dubbia provenienza, è stato scortato da due gendarmi fino al confine italiano di Porta Sant'Anna, il direttore aggiunto dell'istituto bancario, Giulio Mattietti. Licenziato. «Ha cessato il suo servizio lunedì 27 settembre», è la laconica conferma del portavoce. Pensare che fino a tre giorni fa Mattietti era titolare di un incarico importante, un ruolo confermato da Papa Francesco nel 2015 assieme all'attuale direttore generale Gian Franco Mammì. Uno che aveva fatto una grande carriera, prima come responsabile di tutta la parte informatica della banca, poi ai vertici come vice direttore aggiunto. Laureato in fisica e specializzato all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, aveva iniziato a lavorare come consulente per Microsoft e successivamente per IBM Italia. Era entrato nel Torrione di Niccolò V nel 1997. Qualche ora prima della sua caduta era stato convocato dal direttore e dal presidente dello Ior, Jean Baptiste de Fanssu. Sembrava un lunedì pomeriggio come un altro. Una riunione non particolarmente lunga ma della quale nessuno, nemmeno tra i dipendenti, è riuscito a ricostruire né a dare una risposta sensata. Perché tanta fretta nell'allontanarlo? Ieri pomeriggio non sono state date spiegazioni ufficiali, nemmeno dalle autorità preposte. Silenzio. Ancora una volta la notizia era forse destinata all'oblio, da dimenticare. Proprio come altri episodi legati alle finanze d'Oltretevere mai chiariti ma su cui Francesco aveva chiesto trasparenza. Il viaggio del Papa in Myanmar avrebbe coperto tutto. Chissà.


IL NODO

Nel tam tam interno si è parlato di divergenze gestionali, altri hanno accostato la modalità del licenziamento di Mattietti a un caso (ugualmente imbarazzante quanto impenetrabile) recente: l'uscita improvvisa di Libero Milone, il Revisore Generale dei Conti. Anche lui silurato da un giorno all'altro: secondo il Sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, stava spiando diverse persone tra cui lui stesso («Risulta purtroppo che l'Ufficio diretto dal dottor Libero Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede»). Da allora è calato il silenzio. E pazienza se Papa Francesco ha più volte sottolineato l'importanza della trasparenza. Dai dossieraggi non autorizzati a licenziamenti misteriosi. Nei giorni scorsi, sempre in sordina, è stato licenziato un altro dipendente della banca vaticana. Stavolta si tratta di un dipendente di medio livello, Umberto Battaglia. A suo carico vi sarebbero diverse lamentele da parte dei clienti: si dice che fosse per via di una delicata situazione finanziaria personale che lo portava a chiedere piccoli prestiti, sollecitando favori personali, agendo in stato di necessità. In passato era stato raggiunto da una lettera di richiamo, era anche stato abbassato di grado, fino all'epilogo del licenziamento. Pensare che il cardinale George Pell, ex zar dell'economia affossato da accuse di pedofilia e finito in Australia, tre anni fa, a proposito della riforma dello Ior, rassicurava l'opinione pubblica che «ora è diventato un istituto trasparente, semplice, efficiente, in linea con tutte le altre strutture della Santa Sede».

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Il Messaggero