CITTÀ DEL VATICANO Tre giorni fa, dal tetro Torrione di Niccolò V, dove in passato sono state ripulite maxi tangenti e soldi di dubbia provenienza, è stato...
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IL NODO
Nel tam tam interno si è parlato di divergenze gestionali, altri hanno accostato la modalità del licenziamento di Mattietti a un caso (ugualmente imbarazzante quanto impenetrabile) recente: l'uscita improvvisa di Libero Milone, il Revisore Generale dei Conti. Anche lui silurato da un giorno all'altro: secondo il Sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, stava spiando diverse persone tra cui lui stesso («Risulta purtroppo che l'Ufficio diretto dal dottor Libero Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede»). Da allora è calato il silenzio. E pazienza se Papa Francesco ha più volte sottolineato l'importanza della trasparenza. Dai dossieraggi non autorizzati a licenziamenti misteriosi. Nei giorni scorsi, sempre in sordina, è stato licenziato un altro dipendente della banca vaticana. Stavolta si tratta di un dipendente di medio livello, Umberto Battaglia. A suo carico vi sarebbero diverse lamentele da parte dei clienti: si dice che fosse per via di una delicata situazione finanziaria personale che lo portava a chiedere piccoli prestiti, sollecitando favori personali, agendo in stato di necessità. In passato era stato raggiunto da una lettera di richiamo, era anche stato abbassato di grado, fino all'epilogo del licenziamento. Pensare che il cardinale George Pell, ex zar dell'economia affossato da accuse di pedofilia e finito in Australia, tre anni fa, a proposito della riforma dello Ior, rassicurava l'opinione pubblica che «ora è diventato un istituto trasparente, semplice, efficiente, in linea con tutte le altre strutture della Santa Sede».
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Il Messaggero