In Italia Siham è arrivata sette anni fa. Correva a Casablanca, correva forte. E così decise di venire in Italia per guadagnare con quella che era la sua passione:...
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Un treno lo ha visto, si è forse spaventata e si è spostata. Non si è accorta, in una manciata di secondi, che anche il macchinista del secondo treno, che stava procedendo sull'altro binario in direzione opposta, aveva azionato la sirena di allarme. È stata così agganciata dal predellino dell'Eurostar Lecce-Roma e travolta. Da tre anni Siham gareggiava con la società podistica napoletana Il Laghetto. Il presidente Enrico Scarpone quando parla di lei ha la voce strozzata. La sua vita? «Coraggio, determinazione, voglia di un futuro migliore», dice. Chi l'ha incontrata nelle gare, la definisce così: solare, determinata, una grande atleta che sorrideva, sorrideva sempre. «Aveva deciso di venire in Italia per sfruttare la sua forza - racconta Scarpone - la corsa era il suo lavoro, guadagnava così e così riusciva anche ad aiutare la sua famiglia in Marocco. Il suo sogno? Voleva ritornare a Casablanca. Voleva guadagnare in modo da poter vivere tranquilla lei e la sua famiglia, soprattutto dopo la morte del padre, e ritornare nella sua terra. Era una campionessa, Sahim, nello sport e forse ancora di più nella vita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero