Inghilterra, il “fantasma" di Riccardo III trova pace a quasi sei secoli dalla morte

Inghilterra, il “fantasma" di Riccardo III trova pace a quasi sei secoli dalla morte
Riccardo III, l'ultimo re inglese morto in una battaglia - era il 1485, Market Bosworth, epilogo della Guerra delle Due Rose - ha trovato pace questa mattina nella cattedrale...

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Riccardo III, l'ultimo re inglese morto in una battaglia - era il 1485, Market Bosworth, epilogo della Guerra delle Due Rose - ha trovato pace questa mattina nella cattedrale di Leicester. Il corpo dell'ex sovrano, trovato tre anni fa nella cittadina dell'Inghilterra centrale durante gli scavi per un parcheggio, è stato sepolto davanti a centinaia di persone ricevendo, più di cinque secoli dopo, gli onori e i tributi di un Paese fiero delle origini e del ruolo della monarchia nella sua storia.


Il “fantasma” di Riccardo III, ultimo dei Plantageneti, vagava nella storia inglese da centinaia di anni. L'omonimo dramma di William Shakespeare ha trasmesso per secoli l'immagine di un sovrano negativo - un regno breve, intrighi senza fine, la gobba, un braccio deforme, una gamba zoppa - ma il ritrovamento avvenuto a Leicester ha fatto capire che molte delle cose dette attorno al re quasi certamente erano leggende create dai successori per screditarne l'immagine. Riccardo, come ha confermato l'analisi sui resti dello scheletro, fu accerchiato e ucciso dai soldati di colui che ne avrebbe preso il posto sul trono d'Inghilterra, Enrico IV, il capostipite della dinastia Tudor da cui nacquero Enrico VIII ed Elesabetta I. Il che significa che era in grado di battersi, che si battè e non fuggì davanti al nemico: ricevette una freccia alla schiena e colpi di spada alla testa. A Market Bosworth, una località vicina a Lecester, terminava la Guerra delle Due Rose che oppose gli Yorkshire ai Lancashire e per Riccardo III iniziava l'oblio: il corpo non c'era, si parlò di fuga, di disonore e tradimento.



Questa mattina il corpo di Riccardo III, sottoposto a sofisticatissime prove del Dna, ha ricevuto gli onori che non potette avere allora. L'ultimo dei Plantagenti ora riposa in una tomba nella cattedrale di Leicester. E' stata una cerimonia ufficiale e non un mero atto simbolico. Nel corso del funerale, officiato dall'arcivescovo di Canterbury, è stato letto un messaggio della regina Elisabetta II mentre l'attore Benedict Cumberbacht ha recitato un piccolo poema, “Richard”, scritto appositamente per la circostanza. La bara del re - come se battaglia fosse stata ieri, come se ci fossero state ancora le truppe schierate - è stata salutata rispettosamente da decine di migliaia di persone. Dopo l'accerchiamento e la fine il sovrano era stato seppellito, quasi di soppiatto, in una chiesa successivamente rasa al suolo di cui si era persa memoria. L'Inghilterra, nonostante i secoli trascorsi, non è un posto dove un re venga possa essere confinato all'oblio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero