Indonesia, proposta choc per le carceri: coccodrilli a guardia dei detenuti

Indonesia, proposta choc per le carceri: coccodrilli a guardia dei detenuti
Una prigione da incubo dove le guardie sono sostituite da coccodrilli affamati, pronti a sbranare chiunque decida di evadere. ...

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Una prigione da incubo dove le guardie sono sostituite da coccodrilli affamati, pronti a sbranare chiunque decida di evadere.




E' questa l'iniziativa promossa in Indonesia dall'agenzia antidroga che sta valutando l'ipotesi di sostituire le guardie con i rettili in un carcere speciale in cui confluirebbero coloro che vengono arrestati per reati connessi alla droga.



Ad annunciare il piano è stato il portavoce Slamet Pribadi, riferendo che il capo dell'agenzia, Budi Waseso, è già alla ricerca degli esemplari più feroci da mettere a guardia di una prigione su un'isola circondata da acque infestate da coccodrilli: questa soluzione non solo scongiurerebbe i casi, non troppo rari, di guardie corrotte, ma terrebbe isolati i boss della droga.



«Budi - ha precisato Slamet - ha proposto che un carcere del genere venga costruito su un'isola sperduta e sorvegliato da coccodrilli. Così, se proveranno a scappare verranno mangiati».



Il piano è ancora in fase embrionale, per cui non è nota né la posizione del carcere né una possibile data d'apertura, ma la notizia sta già destando preoccupazione, soprattutto per i diritti dei detenuti. «Non è una violazione dei diritti umani quando a uccidere è un coccodrillo - ha detto Budi al sito Tempo - Metteremo il maggior numero di coccodrilli, cercheremo i più feroci. In questo modo eviteremo ai trafficanti di scappare dalla prigione e, soprattutto, non dovremo affrontare rischi di corruzione: i coccodrilli non possono essere corrotti, a differenza delle guardie».



L'Indonesia ha già alcune delle leggi più dure del mondo contro il mercato della droga, che prevedono, tra l'altro, la morte tramite fucilazione per i trafficanti: ad aprile, ha suscitato scalpore internazionale la notizia della condanna a morte di sette detenuti stranieri tossicodipendenti, tra cui gli australiani Andrew Chan e Myuran Sukumaran.



Ma il presidente Joko Widodo non ha intenzione di arretrare di un solo passo: il Paese sta affrontando un'emergenza nazionale a causa dell'uso di stupefacenti e Widodo sta insistendo sul fatto che gli spacciatori devono essere condannati a morte per tentare di porre un freno a una situazione al limite con l'ingestibile.


Così, l'idea di un carcere circondato da coccodrilli dove dovrebbe confluire soltanto chi ha commesso reati connessi alla droga, non pare una soluzione tanto lontana: «Saranno separati dagli altri detenuti – ha concluso Pribadi - Questo eviterà un contatto e scongiurerà il problema del reclutamento nelle bande di narcotrafficanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero