India, uccisa sotto casa la giornalista Gauri Lankesh che lottava contro le caste e i nazionalisti indù

India, uccisa sotto casa la giornalista Gauri Lankesh che lottava contro le caste e i nazionalisti indù
Usava la sua penna come arma contro le ingiustizie, gli estremisti e le caste. La giornalista e attivista indiana Gauri Lankesh, 55 anni, è stata uccisa la sera del 5...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Usava la sua penna come arma contro le ingiustizie, gli estremisti e le caste. La giornalista e attivista indiana Gauri Lankesh, 55 anni, è stata uccisa la sera del 5 settembre a colpi di pistola nella sua residenza di Bangalore, nello Stato indiano meridionale di Karnataka. “La voce del coraggio”, così come è stata ribattezzata dalla tv all news Ndtv, è stata messa a tacere alle 20 locali, quando è stata freddata da un commando di sconosciuti che le ha sparato da distanza ravvicinata sette proiettili, di cui tre andati a segno, due al petto e uno in fronte. Secondo il commissario di polizia T. Suneel Kumar, la giornalista è stata affrontata mentre rientrava a casa nel quartiere di Rajarajeshwari.

 
La reporter era molto nota per essersi schierata contro le caste, la politica nazionalista indù e la destra, compreso Bjp, il partito conservatore al governo. Parenti e amici ricordano il suo impegno a difesa del pensiero secolare e la sua contrarietà a una “induizzazione” del Paese. Negli ultimi giorni aveva affrontato su Facebook il tema della persecuzione della minoranza musulmana Rohingya in Birmania e, in passato, aveva condotto battaglie per i diritti gay in India. Lankesh aveva iniziato la su carriera al The Times of India per poi diventare la responsabile di un settimanale in lingua kannada, parlata nello stato del Karnataka: “Lankesh Patrike”, la rivista che da lei prendeva il nome, era un giornale indipendente al quale lavorava con il fratello.

L'uccisione ha suscitato commozione in tutta l'India e generato proteste e vive polemiche politiche. Tante le persone scese in piazza che hanno sfilato con le immagini della reporter e cartelli con su scritto #IamGauri. «Fatta tacere la voce del coraggio» sottolinea la tv all news Ndtv, sottolineando come la reporter sia stata uccisa per le sue idee progressiste. Il governatore dello Stato, Siddaramaiah, ha condannato l'omicidio dichiarando di essere «completamente scioccato da quanto avvenuto perché la giornalista era un avvocato della secolarizzazione e una lottatrice contro le ingiustizie».


Siddaramaiah ha ordinato la costituzione di un team di investigatori, guidato da un ispettore generale, e ha attribuito l'omicidio alla «criminalità organizzata». La tesi, però, è stata respinta dai colleghi giornalisti e dai responsabili di partiti di opposizione che, ricordando l'uccisione nel 2015 dello scrittore razionalista M. M. Kalburgi, hanno chiesto che si segua la pista dei fondamentalisti indù. Ne è convinto anche il vicepresidente del partito del Congresso, Rahul Gandhi, secondo cui «chiunque parla contro l'ideologia del Bjp (il partito conservatore al governo) o del RSS (movimento di destra) è sottoposto a pressioni, picchiato, attaccato e anche ucciso». Da parte sua, dopo aver condannato l'omicidio, il ministro dei Trasporti, Nitin Gadkari del Bjp, ha replicato: «Dire che l'uccisione di Gauri Lankesh sia opera di gente che condivide la nostra ideologia è sbagliato e ingiusto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero