India, 2 sorelle condannate ad essere violentate: il fratello è scappato con una donna sposata

India, 2 sorelle condannate ad essere violentate: il fratello è scappato con una donna sposata
Due sorelle, di 15 e 23 anni, sono state "condannate" ad essere violentate in India perché il fratello è scappato via con una donna sposata. ...

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Due sorelle, di 15 e 23 anni, sono state "condannate" ad essere violentate in India perché il fratello è scappato via con una donna sposata.




La barbara punizione, secondo la quale le ragazze dovranno anche sfilare nude in strada, è stata stabilita dal consiglio - non eletto e composto solo da uomini - di un villaggio nel distretto di Baghpat, nel nord del Paese. La donna con cui è fuggito il fratello delle ragazze sarebbe di una casta superiore rispetto alla loro, che fanno parte dei Dalit, definiti "intoccabili", e sarebbe anche incinta dell'uomo.



A maggio, si legge sul sito di Amnesty International, le due sorelle e la loro famiglia erano già fuggite dal villaggio, temendo ritorsioni violente dopo la fuga del fratello. Lo stesso mese, la loro casa nel villaggio è stata saccheggiata. L'atroce 'sentenza' è arrivata a fine luglio. Il 5 agosto la sorella maggiore, Meenakshi Kumari, ha presentato alla Corte Suprema una richiesta di protezione per la sua famiglia così da poter tornare nella loro casa. Da parte sua, il padre delle ragazze, si legge ancora sul sito di Amnesty International, ha presentato una denuncia presso la Commissione nazionale dei diritti umani e la Commissione nazionale per gli intoccabili, che si occupa delle vessazioni da parte della polizia e delle famiglie di casta dominante.



Il 18 agosto, la Corte suprema ha ordinato alle autorità dell'Uttar Pradesh di rispondere entro il 15 settembre alla richiesta presentata.
«Dopo esserci rivolti alla Corte Suprema, gli abitanti del villaggio sono diventati ancora più aggressivi», ha detto Sumit Kumar, fratello delle giovani 'condannate'. Anche sul sito di Amnesty International è stato lanciato un appello, al quale è possibile aderire, in difesa della famiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero