India, sfregia la moglie con l'acido nel sonno: «Ha partorito due femmine, volevo un maschio»

India, sfregia la moglie con l'acido nel sonno: «Ha partorito due femmine, volevo un maschio»
Da quando era nata la prima bambina, per la 25enne Farah era iniziato l'incubo: l'uomo che aveva sposato continuava a picchiarla perché non era stata in grado di...

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Da quando era nata la prima bambina, per la 25enne Farah era iniziato l'incubo: l'uomo che aveva sposato continuava a picchiarla perché non era stata in grado di dargli un erede maschio. Una escalation di violenza che avuto il suo culmine nelle scorse ore, quando Siraj, 33 anni, ha versato dell'acido su sua moglie mentre stava dormendo. Un gesto folle nella loro casa di Moradabad, vicino a Nuova Delhi, prima di fuggire, facendo perdere le proprie tracce.


Farah è sposata con Siraj da otto anni. Per anni la donna ha pensato di vivere un matrimonio felice fino a quando non è nata la prima bambina. «La famiglia di mio marito ha iniziato a darmi del filo da torcere - ha raccontato Farah - I miei suoceri hanno iniziato a bersagliarmi, come se io avessi volontariamente deciso di mettere al mondo una bambina. Le molestie si sono intensificate col passare del tempo e, nell'ultimo anno, con la nascita della seconda figlia la situazione è degenerata. Siraj, sotto la pressione della sua famiglia, ha iniziato a pretendere che chiedessi un aumento della dote ai miei genitori e, da quando mi sono rifiutata, ha iniziato a picchiarmi».

Da quel momento, come racconta sua sorella, Nusrat Jahan, è iniziato il vero inferno. Fino al gesto estremo di giovedì, quando Siraj ha sorpreso nel sonno Farah, gettandole dell'acido addosso. La donna è stata immediatamente trasportata in ospedale con bruciature gravi al viso e all'addome. «La nascita della seconda bambina gli aveva dato alla testa» racconta la vittima che, al momento, rimarrà ricoverata in ospedale.


Dopo l'attacco Siraj è fuggito: è ricercato con l'accusa di lesioni gravi e la polizia gli sta dando la caccia. «Stavo cercando di vivere sopportando la mia dose giornaliera di torture per il bene delle mie figlie. Continuavo a chiedermi chi avrebbe provveduto a me e alle mie bambine se mi fossi separata, ma non avrei mai potuto immaginare che sarebbe arrivato al punto di versarmi acido addosso. Non lo perdonerò mai per quello che mi ha fatto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero