Dalle baraccopoli di New Delhi alla carta stampata. Balaknama è il primo giornale al mondo edito da bambini di strada per bambini di strada. Sono 500 mila, solo a New Delhi....
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«Nessuno si interessava a noi, alle nostre condizioni» dice a Vocativ Chandni, la caporedattrice di 16 anni. E’ un sogno che si avvera come quello di Shambhu Kumar, giovane reporter che di giorno lava le macchine e la notte lavora in un albergo: «Era un sogno di quando ero piccolo vedermi pubblicato su un giornale.»
Shambu va a caccia di notizie e interpella i suoi coetanei o anche ragazzini più piccoli chiedendo loro com’è la casa in cui vivono, le condizioni di sfruttamento. Conosce da vicino i problemi di tossicodipendenza e ai suoi coetanei domanda perché assumono droghe e come li faccia sentire dopo che le prendono. Scrive e pubblica uno per uno i nomi dei ragazzi che incontra. Minorenni che sono invisibili e spesso nemmeno censiti. Le cronache di Balaknama sono a volte edificanti, parlano di buone azioni. Altre hanno uno spiccato obiettivo di denuncia e sbattono in pagina le spose-bambine, la brutalità della polizia, gli abusi sessuali che riflettono la vita fuori dalla redazione.
I costi di produzione del giornale sono a carico di Chetna, una ong che si occupa delle condizioni e dell’ educazione dei reporter. I giornalisti non ricevono un vero e proprio stipendio, ma un rimborso viaggio e un contributo per le spese sostenute. Balaknama ha più di 10 mila lettori, costa una rupia, meno di un penny, il centesimo della sterlina.
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Il Messaggero