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In una inconsueta conferenza stampa, in piedi, nel piazzale del Tribunale, con i cameraman tenuti a distanza, dietro una ringhiera, ma «assalito» dai microfoni, il Capo di Stato maggiore della Marina non fa riferimenti all'inchiesta e al colloquio con i magistrati potentini. Risponde solo alle domande sul dossier anonimo pubblicato nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa. Lo fa per smontare, punto per punto, tutte le accuse dei «corvi», dalle spese «folli», al cavallo bianco sulla nave Vittorio Veneto e all'insabbiamento delle carte sui marò. Perchè lui, l'ammiraglio, non ha «nulla da nascondere» e non ha «mai fatto favoritismi, neanche a Fincantieri». Quel dossier «è stato fatto circolare già anni fa», ribadisce, «è stato già analizzato dall'autorità giudiziaria senza dare esito ad alcun risultato e a nessuna prova di fondatezza. È chiaro che l'accelerazione della distribuzione di queste accuse vecchie, ricontrollate mille volte, girate e reinventate, mira a cercare di dare una spallata. Evidentemente c'è qualcuno, c'è qualche corvo a cui do molto fastidio». E allora l'ammiraglio si dice fiducioso che «la magistratura individui chi è il corvo e i propalatori di queste false notizie». Niente dimissioni, quindi: «Sarebbe un Paese molto strano se a seguito dell'opera di un gruppo di corvi, di diffamatori, un Capo di Forza armata si dimettesse: sarebbe un precedente assai pericoloso per una nazione che voglia essere democratica». Niente dimissioni, e niente richiesta di proroga dell'incarico di Capo di Stato maggiore della Marina. «Io non so cosa stia pensando il presidente del Consiglio. Non ho mai pensato a una proroga perchè non mi sembra che sia costume da molto tempo dare proroghe alle scadenze del mandato. Ho avuto un mandato naturale di tre anni e mezzo, francamente non mi aspettavo alcuna proroga prima e non me la aspetto ora».
Al suo avvocato, Pietro Nocita, il compito di entrare nel merito delle dichiarazioni spontanee: «È stato prodotto tutto ciò che riguarda il rapporto fra Marina e porto di Augusta: non c'è nessun atto di concessione o nessun atto della Marina che riguardi un qualche soggetto o una qualche società di quel porto».
Il Messaggero