In carcere da innocente per quasi 40 anni viene liberato grazie alla determinazione di un detective

Craig Coley insieme al detective Mike Bender
Ha trascorso quasi quarant’anni in carcere da innocente con un’accusa infamante: quella di aver ucciso la compagna e il figlio. Adesso, però, Craig Coley...

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Ha trascorso quasi quarant’anni in carcere da innocente con un’accusa infamante: quella di aver ucciso la compagna e il figlio. Adesso, però, Craig Coley può (finalmente) sorridere: da qualche giorno, infatti, questo settantenne di Los Angeles, che ha passato dietro le sbarre più della metà della sua vita, è un uomo libero. A salvarlo, tirandolo praticamente fuori di prigione, è stato Mike Bender, un detective molto ostinato e coraggioso che ha sempre creduto nella sua non colpevolezza.

La triste odissea di Coley ha inizio nel 1978, quando viene accusato degli omicidi della fidanzata Rhonda Wicht e del loro unico bimbo Donald, morti in una casa di Simi Valley, rispettivamente, per strangolamento, seguito a un pestaggio e a uno stupro, e soffocamento.

Dopo il primo processo conclusosi senza verdetto, in appello Craig, che non ha mai smesso di dichiararsi estraneo ai fatti contestatigli, viene condannato all’ergastolo. Caso chiuso? Neanche per sogno. Nel 1989, infatti, succede qualcosa di importante: mentre Coley dal carcere continua a proclamarsi innocente, Mike Bender, determinato e valido detective del dipartimento di polizia di Simi Valley, inizia ad appassionarsi alla sua vicenda. L’investigatore apre fortuitamente il fascicolo riguardante il duplice delitto ascritto a Craig e, visionando l’incartamento, capisce che qualcosa non torna. «Appena ho cominciato a leggere, ho compreso che la sua era una brutta faccenda», ha ricordato il detective al Los Angeles Times.

Sempre più convinto di trovarsi di fronte a un caso di malagiustizia, Bender parla di Coley con i colleghi, uno dei quali gli rivela che nello stesso dipartimento di Simi Valley molti ritenevano la condanna di Craig un tragico errore, con i procuratori, con alcuni membri del Congresso, con l’associazione no profit Progetto Innocenza e nel 2015, infine, organizza una petizione per chiedere la sua liberazione.

Dopo tanto clamore, finalmente la Polizia riapre il caso e, constatata l’assoluta mancanza di prove a suo carico - nei cadaveri della compagna e del figlio non è stato trovato il suo Dna -, giovedì scorso, nel giorno del Ringraziamento, un giudice di Los Angeles decreta l’immediata scarcerazione di Coley in quanto innocente. «Da quando mi hanno arrestato - ha dichiarato l’uomo a CBS Los Angeles -  io ho detto alla Polizia: “Fatemi quello che volete, ma continuate a cercare l'assassino. Non fermatevi, avete qui l'uomo sbagliato"».


Assolto e finalmente libero, Craig ha festeggiato l’uscita dal carcere con il suo angelo custode e amico Mike Bender, che, giusto per non smentire la sua fama di salvatore, ha deciso di fargli un altro favore: su gofoundme.com, piattaforma di crowfounding, il detective ha infatti lanciato una raccolta fondi in suo sostegno; i soldi racimolati serviranno a Coley per affrontare la sua nuova vita con più tranquillità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero