«Un delitto perfetto» dove la vittima è l'interesse dello Stato e di cittadini e lavoratori ad avere un ambiente più salubre e condizioni di lavoro...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Calenda a Di Maio: «Se la gara è viziata annullala»
LEGGI ANCHE Di Maio: «Sulla gara Ilva ci fu eccesso di potere». Ma Mittal non si ferma
«Lo renderemo pubblico quando la procedura amministrativa di verifica sulla gara sarà ultimata», assicura il ministro che spiega saranno necessari altri 15 giorni. Infatti la procedura prosegue da oggi al ministero dell'Ambiente guidato da un fedelissimo di Di Maio, il ministro e generale dei Carabinieri Forestali Sergio Costa. ArcelorMittal, alla quale Di Maio riconosce pubblicamente la «buona fede», tira un respiro di sollievo e conferma tramite un portavoce il suo «interesse a diventare un proprietario responsabile dell'Ilva». Ma tutti gli altri co-protagonisti insorgono di fronte a quello che sembra l'ennesimo passo verso terre, incognite e pericolose, per l'Ilva e per Taranto. "Ministro ci dica cosa vuole fare senza altri giri di parole. Se vuole chiudere lo stabilimento, si accomodi. Sarà sempre suo e del suo Governo l'onere di gestire bonifiche miliardarie e decine di migliaia di disoccupati" tuona il sindaco di Taranto (PD) Rinaldo Melucci. "Caro Luigi Di Maio il 'delitto (im)perfettò è il tuo, verso la nostra intelligenza. Se la gara è viziata annullala" tweetta l'ex ministro Carlo Calenda verso il quale sono indirizzati gli strali del vice-premier. E poi: "Il vero delitto perfetto è chiudere l'Ilva" (Bentivogli Fim); "Preoccupa incapacità grillina a gestire vicenda" (Gasparri F.I.). Graziano Delrio e Teresa Bellanova chiedono a Di Maio di "smetterla con le chiacchiere e riferire in Parlamento". Se una cosa sembra chiara è che Di Maio punta a migliorare l'offerta di Mittal. Non vuole annullare la gara, vuole però tenersi il potere di farlo per salvare la vittima del delitto perfetto, "l'interesse pubblico concreto e attuale" a suo parere "non soddisfatto", "non tutelato".
E apre anche all'ipotesi che qualcun altro possa interessarsi all'Ilva: in questo caso si valuterebbe l'opportunità di riaprire la gara. Di Maio elenca i problemi: "l'eccesso di potere" usato nell'aver escluso dalla procedura una fase di rilanci; il "conflitto di interessi"; il mancato rispetto del "principio di concorrenza"; c'è persino quell'impunità penale estesa al 2023 ad amministratori e proprietari "anticostituzionale" per il Governo. C'è poi, e qui si accende Di Maio, altri due aspetti: quello ambientale e quello dei lavoratori che "si gioca sul fronte dell' interesse pubblico concreto e attuale" ad annullare o a "non annullare" che il Governo deve valutare. Due aspetti che "si giocano ora sul tavolo sindacale e sul tavolo ambientale".
"Se questi tavoli porteranno a un'Ilva pulita che dà posti di lavoro veramente, allora l'interesse pubblico concreto e attuale sarà soddisfatto".
Il Messaggero