CITTA' DEL VATICANO - Dopo la crisi Cuba-Usa e quella tra le Farc e la Colombia, Papa Francesco prova a risolvere un’altra crisi: quella in Venezuela dove una situazione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Da mesi il presidente Maduro siede su una delle poltrone più scomode di tutto il continente americano. La crisi economica si intreccia con quella politica. Il 1 maggio Henrique Capriles, governatore dello stato di Miranda in Venezuela e leader anti-chavista ha comunicato che 2,5 milioni di venezuelani hanno firmato per chiedere un referendum revocatorio del mandato presidenziale. Solo nelle prime 48 ore ne sarebbero state raccolte 1,1 milioni.
«Voglio fare una petizione al Vaticano e in particolare al nunzio in Venezuela affinché vadano a visitare i prigionieri politici torturati. Sono chiusi in carcere e da anni non vedono la luce del sole». Ha chiesto Leopoldo Lopez Gil, il padre del leader dell'opposizione in Venezuela, ai microfoni della televisione dei vesovi italiani. «È una situazione molto triste Un paese ricco, a causa di una pessima amministrazione e un governo disonesto, ha sottoposto la maggior parte della popolazione ad un grave stato di povertà, dove non si riescono ad avere gli elementi necessari per vivere comprese le medicine per curarsi».
«Mio figlio Leopoldo - ha aggiunto Lopez Gil - è in carcere dal febbraio 2014 e lo hanno condannato a 14 anni di prigione per i suoi discorsi. Non ci sono prove per la condanna, non gli hanno permesso di presentare testimoni, periti o prove. Ha solo la possibilità di essere visitato dai suoi parenti più stretti».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero