Il Pd va a Torbella con le telecamere. E i residenti: «Ma che sono attori?»

La prima segreteria del Pd targato Martina si riunisce davanti a uno scaffale pieno di libri sui dinosauri estinti. Non sembra un buon auspicio, ma è da qui che il...

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La prima segreteria del Pd targato Martina si riunisce davanti a uno scaffale pieno di libri sui dinosauri estinti. Non sembra un buon auspicio, ma è da qui che il neo-leader dei democratici vuol far rinascere il suo «partito di strada». Dal Booklet Le Torri, accanto a un negozio cinese con insegna in cinese (e prodotti cinesi), nel cuore di Tor Bella Monaca, quartierone di Roma Sud dove i grillini dal 2013 in poi fanno il pieno di voti, mentre i dem sono precipitati al 13%. E infatti, dopo il blitz dei democratici, la sindaca Raggi si riaffaccerà da queste parti già lunedì, con un consiglio comunale straordinario.

L'accoglienza per Martina e compagni, se si può dire ancora, non è proprio festosa - «non siete mai venuti», dice una signora e annotano subito le agenzie stampa, arrivate insieme a una frotta di cameraman. E infatti sembra quasi un set: «Ho visto tante telecamere e carabinieri, pensavo stessero girando Don Matteo», confessa Anna De Filippi, 67 anni, che lavora qui difronte. Di sicuro la folla non c'è. Anzi non c'è proprio nessuno, togliendo gli addetti ai lavori. Né per applaudire, né per fischiare. A un certo punto un capannello di ragazze si avvicina, ma «siamo qui per i saldi». La segreteria intanto fila dietro il vetro della libreria, un po' effetto acquario. Martina sa che la sfida è ardua: «Non ho velleità che il quartiere si entusiasmi, ma da qui dobbiamo ripartire». Ci saranno altre tappe, dice, allo Zen di Palermo, oggi, poi a Napoli e Torino. Cuperlo: «La sinistra non può divorziare da questi luoghi». C'era anche l'ex ministra Madia, arrivata coi mezzi pubblici, Matteo Orfini, Marina Sereni, che annuncia: «Da settembre partiranno alcuni congressi locali».

I MILITANTI SCONTENTI
È lei, Sereni, che viene spedita, in serata, al circolo Pd di Torbella, la sezione locale prima chiusa perché «pericolosa» - in piena tempesta Mondo di Mezzo - e ora riaperta. Più di un militante c'è rimasto male che la segreteria non si sia riunita qui. Lo aveva detto il deputato dem Morassut. Il segretario locale, Fabrizio Compagnone, gli da ragione: «Dovevano venire al circolo, ma pazienza. Ora è importante che questa presenza nelle periferie vada avanti, vedremo nei prossimi mesi».

Tutto intorno ai politici, locali e nazionali, c'è il vuoto del disinteresse, una distanza che non sarà facile riaccorciare. Qualche commento positivo c'è: «Il segnale di Martina è buono, speriamo che restino». Ma il sentimento collettivo, come si dice, sembra essere un altro. Silvana Tomassini, 68 anni, titolare della storica pizzeria del centro commerciale Le Torri confessa che «non ci sto a capire nulla, ma neanche loro...», e sembra la frase cult di Ferie d'agosto. Giuseppe Sorrentino, 19 anni: «Martina chi è? Non ho mai votato e non lo farò. Qui c'è tanto spaccio e poco lavoro. E le cose combaciano». Carlo Schiavo, 51 anni, gestore del bar Giroch's: «Il Pd? Meglio se non venivano». Dice lo stesso un ragazzo che però non dà il nome, «sono pregiudicato, vengo qui sopra in caserma, a mettere la firma». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero