Prenotare in anticipo i permessi legati alla legge 104, ovvero quelli che consentono per alcuni giorni al mese di assistere parenti disabili, e le giornate dedicate alla donazione...
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Quello delle assenze giornaliere è un tema anticipato dalla direttiva messa a punto a giugno dal ministero della Pubblica amministrazione, un canovaccio alla base della trattativa tra le parti per lo sblocco della contrattazione. Oltre agli aspetti di tipo economico, la direttiva madre tocca temi di carattere organizzativo e disciplinare, come appunto la questione dei permessi, ripresa ieri dall'Aran e sui cui si discuterà da qui in avanti. La disciplina che sta prendendo forma conferma la possibilità di usufruire dei tre giorni di permesso previsti dalla legge 104 del 1992 per la tutela dei lavoratori con gravi disabilità o che assistono familiari con handicap, ma attraverso una nuova modalità di richiesta, ossia comunicando almeno tre giorni prima l'assenza giustificata. Finora, invece, chi ne ha usufruito lo ha potuto fare informando il proprio ufficio anche la mattina stessa. Ecco dunque che per dare più certezza all'organizzazione del lavoro dovrebbe essere introdotto il preavviso obbligatorio, con una clausola che escluda le emergenze.
COMBATTERE GLI ABUSI
Le nuove regole insomma hanno l'evidente obiettivo di evitare gli abusi. A questa logica risponde sia la richiesta di prenotare con un «congruo anticipo» i permessi legati alla legge 104, sia un'altra novità, che potrebbe emergere nei prossimi incontri: la possibilità di ricorrere a permessi orari per visite specialistiche o esami diagnostici, senza doversi assentare per l'intera giornata di lavoro. Una soluzione che porterebbe all'introduzione di un pacchetto di ore, un tetto massimo, entro i cui limiti sono escluse penalizzazioni in busta paga. La possibilità di frazionare in ore potrebbe valere anche per i permessi per motivi familiari e personali. Nel documento consegnato ieri ai sindacati, l'Aran propone anche l'introduzione delle cosiddette ferie solidali, per permettere ai dipendenti di cedere giorni di vacanza ai colleghi che si occupano della cura di figli o genitori malati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero