Guerra diplomatica Usa-Russia: Washington ordina chiusura consolato a San Francisco

Guerra diplomatica Usa-Russia: Washington ordina chiusura consolato a San Francisco
Donald Trump sfida Vladimir Putin e ordina la chiusura entro sabato del consolato russo di San Francisco e quella di altre due sedi diplomatiche a Washington e New York. Una vera...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Donald Trump sfida Vladimir Putin e ordina la chiusura entro sabato del consolato russo di San Francisco e quella di altre due sedi diplomatiche a Washington e New York. Una vera e propria ritorsione dopo che il Cremlino a fine luglio aveva espulso ben 755 diplomatici Usa. Pronta e rabbiosa la reazione da Mosca: «Reagiremo», ha tagliato corto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov parlando al telefono col segretario di Stato americano Rex Tillerson che lo aveva chiamato per informarlo.


«Studieremo attentamente le nuove misure annunciate dagli americani, dopodiché verrà comunicata la nostra risposta», ha spiegato il capo della diplomazia russa, lasciando intravedere un'escalation di questa 'guerra diplomaticà (o meglio delle spie) che sta inevitabilmente avvelenando i rapporti tra il Cremlino e la Casa Bianca targata Donald Trump. Sullo sfondo gli attriti legati alle sanzioni che il Congresso statunitense ha varato contro Mosca, accusata di aver interferito nelle ultime elezioni presidenziali americane.

Quell'accusa che portò già Barack Obama alla fine del 2016, poco prima di dire addio allo Studio Ovale, a cacciare via 35 diplomatici russi. Da lì è stato un crescendo di sgarbi e dispetti reciproci. Nonostante i sospetti che hanno dato vita al Russiagate - con un procuratore speciale e il Congresso che indagano sui presunti legami tra il tycoon e Mosca - quello tra gli Stati Uniti e la Russia continua dunque ad assomigliare a un clima da Guerra Fredda. Anche se sia Trump sia Putin hanno più volte auspicato un miglioramento delle relazioni tra Casa Bianca e Cremlino. Un miglioramento dopo il gelo dell'era Obama, in cui i rapporti tra i due Paesi (e anche tra i due leader) hanno toccato il livello più basso da decenni.


Il Dipartimento di stato americano ha spiegato senza giri di parole che la decisione di colpire alcune sedi diplomatiche russe (le sedi individuate dovranno chiudere i battenti entro sabato) è proprio la risposta al recente ordine di espulsione di centinaia di americani, entrato in vigore nelle ultime ore. Un ordine definito da una portavoce di Foggy Bottom «immotivato e dannoso», che non aiuta a ristabilire tra i due Paesi un clima di fiducia. Anche se Trump giorni fa aveva liquidato la questione con una battuta: «Voglio ringraziare Putin perché stiamo cercando di tagliare il nostro personale all'estero e ora dovremo pagare meno gente. Vuol dire che risparmieremo del denaro». Ben più dure le parole del Dipartimento di Stato guidato da Tillerson, che si è detto pronto a prendere ulteriori misure contro Mosca «se necessario». Anche se è oramai un dato di fatto che le posizioni dell'ex Ceo del gigante petrolifero Exxon Mobil spesso non coincidono con quelle del presidente
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero